REDAZIONE LA SPEZIA

Un comitato per salvare l’entroterra: "Penalizzati dalla burocrazia. Così muore la nostra vallata"

Da Zignago parte la battaglia per migliorare le condizioni di chi vive e opera nelle aree montane. Sivori: "Porteremo le nostre istanze a Genova e a Roma. Così non si può davvero andare avanti".

Il gruppo di lavoro. costituito in alta Val di Vara per affrontare il tema della gestione degli animali selvatici. Chiesto un incontro al presidente della Regione

Il gruppo di lavoro. costituito in alta Val di Vara per affrontare il tema della gestione degli animali selvatici. Chiesto un incontro al presidente della Regione

Il grido d’allarme è univoco e condiviso: "Salviamo il nostro entroterra". Ci sono gli agricoltori, esasperati per i continui raid degli ungulati; gli allevatori, stanchi di contare i capi di bestiame uccisi ogni notte dai lupi. I cacciatori, sempre più oppressi dalle normative legate alla Peste suina africana, e i boscaioli, ormai schiacciati dalla burocrazia legata alla gestione della silvicoltura. Parte da Zignago un’iniziativa che si promette di raggiungere Genova e Roma, con l’obiettivo di tutelare la Val di Vara e chi, con fatica, la vive ogni giorno. Nei giorni scorsi, la formazione di un comitato di lavoro, sulla spinta del sindaco Simone Sivori, che vede al suo interno altri sindaci, associazioni di categoria, rappresentanti delle categorie che più di altre stanno soffrendo le situazioni causate da ungulati, lupi e... burocrazia. Il gruppo di lavoro, che sta elaborando un documento "che sintetizza le enormi criticità che minacciano la sopravvivenza delle nostre comunità", a breve chiederà udienza al presidente regionale Marco Bucci e all’assessore all’Agricoltura Alessandro Piana; analoga richiesta sarà inviata al ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

"Così non si può più andare avanti. Siamo sempre meno, passioni e redditi sono messi a repentaglio ogni giorno, molti si stanno scoraggiando" dice il sindaco Sivori, che passa in rassegna le tante problematiche dell’entroterra. "Dobbiamo gestire la presenza dei selvatici, a partire dal lupo che al momento sta destando le maggiori preoccupazioni e danni, per arrivare al cinghiale, caprioli. Animali che danneggiano quello che l’uomo cerca di fare non solo per vivere ma anche per tenere ordinate e in sicurezza le nostre terre". C’è poi il problema della caccia, "con l’ordinanza sulla Peste suina che penalizza l’attività venatoria con restrizioni assurde", e della silvicoltura, con i boscaioli della vallata "penalizzati dalla burocrazia. Si sta continuando ad appesantire le persone di burocrazia, ma per far sopravvivere i nostri territori e far si che le famiglie non abbandonino i borghi, occorre dare la possibilità di poter lavorare in serenità, e ci deve essere, e questo lo deve capire anche il governo, una vera riforma fiscale per i veri Comuni montani, rivedendo i criteri con cui vengono classificati. Porteremo le nostre istanze a Genova e a Roma".

Matteo Marcello