Un cinema coraggioso. Il Nuovo premiato al Festival di Venezia: "Una grande emozione"

Riconoscimento consegnato a Silvano Andreini dell’associazione Germi "Ora cambia la nostra posizione contrattuale, serve un compromesso. Il nostro settore non morirà finchè ci saranno certi attori e registi".

Un cinema coraggioso. Il Nuovo premiato al Festival di Venezia: "Una grande emozione"

Silvano Andreini premiato a Venezia (© Anac ph. Luis Lopez)

"Il Comitato ha scelto di assegnare il Premio al cinema Il Nuovo per la strenua battaglia che sta conducendo per evitare di privare i cittadini di una regolare programmazione di cinema di qualità che include anche film italiani". Era arrivato all’81ª edizione del Festival di Venezia per visionare i film per programmare la nuova stagione, torna dal Lido con il prestigioso premio Lizzani. Un imprevisto da favola per Silvano Andreini, presidente dell’associazione ’Germi’ che gestisce la sala di via Colombo, a rischio sopravvivenza. Il riconoscimento indica il Nuovo come "esercizio più coraggioso del 2024" nella categoria "Associazioni".

Andreini, che sorpresa! Cosa significa per lei?

"Nelle scorse settimane mi avevano chiesto delle foto della sala e la cosa mi è puzzata, ma ho atteso l’ufficialità e sono contento ancora di più perché Lizzani è stato due volte alla Spezia e con Germi, a cui è intitolata la nostra associazione, si riunisce un’epoca. Avrei dovuto tornare il 4, lo farò il 6, essendo anche stato inserito in giuria per votare il film italiano a Venezia. Questo riconoscimento mi emoziona, chiaramente. Faccio queste cose di cuore e la motivazione, che parla di coraggio, significa che non te lo regala nessuno. Inoltre, la targa è disegnata da Ettore Scola. Da gennaio siamo in un’avventura più grande di noi e questo dimostra che ne valeva la pena. Con questo riconoscimento, puntiamo sul vincolo culturale guardando al ministero. Anche Sergio Castellitto, presente alla cerimonia, ha citato realtà come la nostra. Inoltre, sono contento per La Spezia: viene premiato un presidio culturale di una candidata a città della Cultura".

Cosa cambia per il destino de Il Nuovo?

"Secondo me, questo premio rafforza la nostra posizione da un punto di vista contrattuale: credo che dovremmo arrivare ad un compromesso che riconosca il nostro coraggio, anche perché il proprietario della sala è un ente del terzo settore. Intanto, partiamo con il film di Gianni Amelio".

Perché il cinema resiste?

"Nonostante le tantissime piattaforme, c’è stato un rigetto: è difficile scegliere e la gente, dopo la pandemia, ha finalmente ritrovato la socialità. Inoltre, due ore catturano ben più di sei-sette puntate. La magia continua: si ripropongono film restaurati che i ragazzi vedono per la prima volte, ci sono gli eventi e le proiezioni speciali. Il cinema è stato dichiarato in crisi quando è arrivato il sonoro, poi si è passati dal bianco e nero al colore e ancora con il 3d: dicevano che era finito, ma finché ci saranno certi registi e lo star system non morirà".

Lo vede anche a Venezia...

"Sto incrociando star nazionali e internazionali, da Richard Gere, a Brad Pitt e George Clooney; mi è passata di fianco Nicole Kidman, ci siamo salutati con Stefano Accorsi e tutti, con rare eccezioni, sono disponibili. Questo è un festival più pop di Cannes. E poi ci sono tutti questi ragazzi curiosi, pieni di voglia di cinema. Noi, come operatori culturali, dobbiamo dare la spinta per resistere e non far chiudere le sale".

Quindi la politica non c’entra?

"Ci interessa quella nazionale, perché ha i mezzi per fare qualcosa per noi. Per il resto, non abbiamo tessere di partito in tasca. L’unica è quella del nostro cinema".

Chiara Tenca