
Le aveva confidato di averla sognata di notte e che non riusciva a resistere l’attrazione sessuale che gli procurava. In preda alle pulsioni si era avventato addosso a lei, all’interno di un esercizio commerciale di Migliarina, di cui era conduttore. L’aveva bloccata, con le spalle al muro, le aveva messo le mani dappertutto: "Se non mi baci e non mi metti la lingua in bocca peggio per te, perché ti violento". La vicenda risale al 9 maggio di nove anni fa.
Nei giorni scorsi l’epilogo processuale della storia davanti alla Corte di appello di Genova, con la riduzione ad un anno e mezzo di resclusione della pena inflitta nel marzo del 2019 (due anni) all’’imputato degli abusi sessuale, A.S., un uomo di mezza età. Ma se non vuole finire in carcere deve, entro un anno, pagare una provvisionale di 10mila euro alla donna, costituitasi parte civile nel processo attraverso l’avvocato Paolo Munafò. In primo grado alla Spezia il pm Claudia Merlino aveva chiesto la condanna dell’imputato a tre anni di reclusione. Il procedimento penale si era incardinato per effetto della querela della donna, che aveva raccontato dell’avances subita nel retro del locale, nel giorno di chiusura dello stesso, lì dove era stata attratta con una scusa dal titolare. L’avvocato difensore Luigi Fornaciari Chittoni ha puntato sull’interpretazione "esagerata" data dalla donna, abituale frequentare dell’eserzio insieme a suo marito, ai gesti. Ma ciò è bastato solo ad attenuare la portata sanzionatoria rispetto alle prospettazioni iniziali pesanti del pubblico ministero.