Truffatori senza scrupoli col reddito di cittadinanza

Sgominata una banda di ladri che agiva sul territorio da circa un decennio. Quattordici ordinanze di custodia in carcere: all’attivo circa cento colpi

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Smantellata, dopo oltre un anno di indagini, una banda che per un decennio si è resa protagonista di un centinaio tra furti, truffe agli anziani e ricettazione, operando nello spezzino ma anche nella provincia di Massa Carrara, e a Torino, Varese, Monza, in Brianza ed in Emilia. Quattordici le persone finite in carcere. Tre di loro fra l’altro nonostante la bella vita che facevano – auto di grossa cilindrata, viaggi, cene a base di tartufo – usufruivano del reddito di cittadinanza, 9 i familiari che godevano dello stesso beneficio. Un risultato eccezionale, dunque, per i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo della Spezia coordinati dalla Procura della Repubblica. Le indagini erano partite nell’agosto del 2019 e ieri mattina i carabinieri sono scesi in campo con un ‘esercito’ di oltre 200 uomini e mezzi. Una rete di ricettatori, che grazie a compro oro e gioiellerie riuscivano a piazzare rapidamente i preziosi rubati. Per il momento ne sono stati scoperti 3, tutti denunciati, ma su questo fronte le indagini sono ancora aperte. La banda era composta da sinti piemontesi la maggior parte di loro si era trasferita nella vallata del Magra. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini le vittime preferite dal gruppo erano gli anziani, in quanto più vulnerabili e facili da sopraffare in caso di eventuale reazione. Gli investigatori dell’Arma hanno accertato che la banda agiva con totale insensibilità e particolare spietatezza nei confronti delle vittime e in alcuni casi non si faceva scrupolo di usare violenza nei loro confronti, come accertato nel corso delle intercettazioni ambientali. Era sicuramente una banda di professionisti, organizzatissima, usavano lo spray al peperoncino per rendere inoffensivi i cani a guardia delle case da ‘visitare’ o talvolta da spruzzare per assicurarsi la fuga, guanti per non lasciare impronte, cappellini ed occhiali. Non usavano cellulari e radio portatili per non essere intercettati. Non solo, avevano anche sofisticate tecnologie. Grazie infatti alla disponibilità economica erano in possesso di microspie, scanner con il quale controllavano le mosse delle forze dell’ordine, auto potenti destinate ai furti che venivano poi modificate clonando o alterando le targhe grazie o anche alterando il colore della carrozzeria. Questi gli arrestati in età compresa tutti di età compresa tra i 24 e i 67 anni, la maggior parte residenti in Val di Magra: Emily Lafluer, Fortunata Riviera, Denni Di Colombi, , Sandro Baratto, Michele Riviera, Valerio Baratto, Enrico Simone Lagaren, Olga Bianchi, Davide Riviera, Bryan Baratto, Sandro Riviera, Rosaldo De Colombi, Giuseppe Riviera, Davide Riviera. Sei di loro sono assistiti dall’avvocato Paolo Munafò, tre dagli avvocati Paolo e Francesco Mione e gli altri dagli avvocati Rosalba Cannone e Mauro Molingo di Torino.

Carlo Galazzo