REDAZIONE LA SPEZIA

Torna in funzione l’antico mulino del 700

Due agricoltori lo utilizzeranno per la produzione di farina di castagne. E una volta restaurato diventerà anche un museo didattico

Un mulino ad acqua del ‘700 a Travo (Comune di Carro) sta per tornare in funzione grazie ai castanicoltori Silvia Bonfiglio e Maurizio Canessa che condividono la vita insieme, la passione per la natura, i suoi frutti e il recupero di antichi strumenti per la lavorazione della farina. Il mulino che hanno acquistato giaceva addormentato da almeno 50 anni. Dopo che l’ultimo proprietario se ne era andato, era abbandonato e invaso dalle sterpaglie: i due coniugi che possiedono già un’azienda agricola che vanta trenta tipi di castagni, lo hanno comprato e da domenica hanno iniziato i lavori per il restauro con la posa della pavimentazione in pietra durante un evento pubblico che ha avuto il patrocinio della Regione Liguria e la partezipazione di oltre 150 persone. "Abbiamo dato il via all’opera di restauro con una iniziativa pubblica– racconta Bonfiglio – per fare vedere alla gente il nostro gioiello, che una volta riadattato all’antica funzione, macinerà farina di castagne e grano. Quantificare il costo dei lavori è impossibile, ma posso dire che sarà una bella impresa, perché la ricerca del materiale che ci serve non è facile: si tratta di parti di meccanica abbastanza rare. E’ un mulino antico, e il suo recupero oltre a essere oneroso sarà anche molto lungo, occorreranno almeno due anni perché sia completato. Da quel momento in poi le sue macine riprenderanno a produrre farina". Ci vuole pazienza e dedizione per un mestiere che pochi oggi vogliono fare: essere agricoltori richiede sveglie all’alba, tanta fatica, quotidiana concentrazione e non sempre le condizioni meteorologiche, ne fanno vedere i frutti nell’immediato. Bisogna farsi l’esperienza sul campo, e i due agricoltori ne hanno da vendere, anche nella ricerca dei funghi che è un’altra loro passione. In questa famiglia che è cresciuta in mezzo ai boschi, tutti questi requisiti sembrano essere insiti nel dna, a partire dal nonno di Maurizio Canessa, che possedeva dei castagneti e quando il nipote era bambino lo portava sempre a vederli e allungando il dito verso le piante diceva: "Tutto questo un giorno sarà tuo".

E così è stato dal 1991 quando Maurizio Canessa, che a quei tempi faceva il perito elettrotecnico, ha ereditato il terreno e con la moglie Silvia hanno iniziato l’attività agricola che poi si allarga con l’attività della macina. Gli obbiettivi sono anche altri: il mulino e il castagneto diventeranno parte di un museo itinerante dedicato alla castanicoltura, con un percorso didattico che parte dal castagneto coltivato e passa dall’ essicatoio che ha appena compiuto 200 anni di attività, grazie ad un progetto dell’associazione castanicoltori del levante ligure. La castagna del resto per secoli è stata il pane della popolazione della Val di Vara. "Oggi purtroppo è sparito anche il mestiere del mugnaio– racconta Maurizio Canessa– e questo sarà l’unico mulino ad acqua in funzione in Val di Vara".