Ticket d’ingresso come a Venezia?. Gli operatori bocciano l’idea

Non convince la ricetta anti sovraffollamento "Modello inapplicabile. Troppi i varchi di entrata".

Ticket d’ingresso come a Venezia?. Gli operatori bocciano l’idea
Ticket d’ingresso come a Venezia?. Gli operatori bocciano l’idea

Cinque Terre come Venezia? No, grazie. Il ticket lagunare contro l’overtourism non piace agli operatori e alle associazioni di categoria: abbiamo interpellato tre addetti ai lavori, l’architetto Andrea Massalongo, presidente di Aigo Confesercenti, proprietario e gestore del Levante Residence, la guida turistica e ambientale iscritta all’albo del Parco e accompagnatore Diego Savani, che è anche autore di diversi libri sulla storia dell’arte e dell’architettura locali, e il direttore di Confartigianato La Spezia Giuseppe Menchelli. Da parte dei tre è un coro: questo modello non è applicabile all’area più gettonata dello Spezzino, che ha diversi punti di accesso a differenza della città dei Dogi. Preso atto che il sovraffollamento è problema anche del Levante ligure, quali possono essere quindi le soluzioni? "Gestione e urbanistica". Queste le parole d’ordine di Massalongo, che bolla come incompetenti coloro che si occupano di governare i flussi e invoca una "politica a lungo tempo". "Qui – accusa – si gongola per la quantità degli arrivi, senza guardare alla qualità. Mancano i servizi e ormai siamo al caos: non ci sono parcheggi per i bus turistici, mancano perfino i gabinetti! Alle Cinque Terre si paga già per la card, ma come si è visto non è un deterrente. Allora, che fare? Serve studiare i flussi, capire le dinamiche e cosa manca: non serve il numero chiuso, ma piuttosto un piano urbanistico che riguardi 150mila persone e non solo i 90mila residenti, tenendo conto di chi approda qui".

La pianificazione è quel che manca anche per Savani. "Pagare non è un deterrente: il check point per i bus a Manarola e Levanto non ha funzionato in questo senso. O spendono i 150 euro o chi non vuole farlo, banalmente sceglie il treno. E allora, serve una promozione delle altre località, da Lerici alla Val di Vara, da attuare con calma". "Una gestione intelligente dei flussi può eliminare il sovraffollamento, anche se per me è folle parlare di pienone e spaventa, e serve a destagionalizzare – interviene Menchelli – : l’unica via, insomma, è la riorganizzazione". E l’esempio è presto fatto, anche con mezzi che funzionino al contrario di quanto deciso in quel di Venezia. "Oltre agli arrivi scaglionati e regolamentati, si potrebbero invogliare turisti e tour operator a puntare su altri periodi: perché non rinunciare alla tassa di soggiorno nella bassa stagione, o ancora non ridurre le tariffe del treno o il costo delle card? Serve una stanza fisica in cui programmare: a Venezia certe misure sono applicabili, ma non qui e sono necessarie altre soluzioni per risolvere". Chiara Tenca