
di Marco Magi
Danza e colpisce, rapido ed efficace. I suoi colpi fendono l’aria, contro un avversario che è dentro di sé. Patrizio Oliva, lo ‘Sparviero’, assoluto protagonista ed eccellente interprete di ‘Patrizio Vs Oliva’, la storia della sua vita, sul palco del Teatro Civico, ancora solo per questa sera (sempre con ingresso gratuito). Da non perdere e, se ci fosse posto, anche da rivedere. Non solo attore di teatro, ma anche al cinema e cantante. L’arte nel sangue?
"Il mondo dello spettacolo mi ha sempre affascinato – dice Oliva – e anche nel periodo in cui combattevo ho partecipato a molte trasmissioni in Rai e Mediaset. Appesi i guantoni al chiodo, ho voluto continuare questa professione artistica in modo professionale, soprattutto per promuovere l’immagine del pugile quale antitesi della violenza. Uomo colto ed impegnato. È una passione che mi è entrata dentro e quasi quasi, lo ammetto sottovoce, mi piace più della boxe. È stupendo arrivare al cuore dello spettatore, facendogli vivere tutte le emozioni che si hanno dentro. Una magia".
Il pugilato è più affine al teatro o al cinema?
"Al primo, non si può ripetere decine di volte una scena, non c’è un’immediata seconda possibilità".
Se non il pugile, oggi Patrizio Oliva sarebbe?
"Vivendo in un quartiere popolare, l’unica ambizione, nell’ambito della legalità, era per tutti noi il posto statale. Fu mio fratello a farmi innamorare di questo sport da ragazzino".
Cosa pensano in famiglia della sua nuova vita artistica?
"Figlie e moglie felicissime, però mi preferiscono a teatro ‘perché trasmetti’, mi dicono, rispetto all’espressione canora".
C’è sempre entusiasmo anche dopo trenta repliche?
"Smetterei se non ne avessi più. Facendo le prove, anche quelle puramente mnemoniche, ci capita perfino di piangere. Potrebbe sembrare assurdo, ma non è così".
L’8 giugno 1991 Patrizio Oliva batte Errol Mc Donald e mantiene il titolo europeo dei welter. Proprio alla Spezia. Ricorda quel giorno?
"Ero rientrato dopo due anni di inattività e fu la prima difesa del titolo. Un giorno fantastico. Qui con la Liguria ho un legame particolare, visto che mi sono allenato a Bogliasco per 8 anni, anche se purtroppo, in questi splendidi luoghi non sono mai stato in vacanza".
Il teatro che si ferma oltre un anno, il suo rialzarsi a fatica, la voglia di riscatto. Un suo match in particolare le ricorda questo percorso?
"Al mondiale Wba contro Sacco nel 1986, dove spesi tutte le energie in 15 riprese, davanti a 10 milioni di spettatori incollati alla tv".
E ora, che succederà al nostro mondo?
"Dobbiamo solo pensare alla ripartenza, come sottolineo nel messaggio finale dello spettacolo. Nella vita non bisogna arrendersi mai". E lo dice un campione olimpico e mondiale. Con Patrizio Oliva in scena anche Rossella Pugliese, che interpreta la parte di sua madre. "Una donna forte, di altri tempi – spiega l’attrice sul suo personaggio – come è difficile trovare oggi. Dei ruoli che andrebbero riscoperti e resi protagonisti". Il suo rapporto con l’ex pugile. "C’è una bella collaborazione e abbiamo recitato insieme anche in altre occasioni, ad esempio nel film ‘Antonio’ di De Martino, di prossima uscita, a parti invertite: lui interpreta mio padre, un medico, che mi aiuta a partorire".