
Assunzioni e incarichi affidati in modo irregolare, servizi mai pagati, un debito che di anno in anno è cresciuto inesorabilmente senza che l’amministrazione comunale dell’epoca avviasse controlli interni alla partecipata. È un quadro a tinte fosche, quello tracciato dai giudici della sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Liguria sulla Deiva Sviluppo, la società a partecipazione comunale cui erano stati affidati il servizio idrico e quello dei rifiuti, e che l’attuale giunta comunale ha avviato a liquidazione a causa del pesante passivo accumulato negli anni. Una situazione che ha spinto gli stessi magistrati a tramettere la pronuncia alla Procura regionale. I giudici hanno messo nero su bianco "considerevoli perplessità sulla legittimità e regolarità delle procedure poste in essere dalla Deiva Sviluppo nel corso degli anni in ordine alle assunzioni di personale, a qualsiasi titolo, agli incarichi conferiti a terzi, per qualsivoglia prestazione intellettuale e professionale, e all’approvvigionamento di beni, servizi e lavori" si legge nella pronuncia.
Nel mirino i debiti accumulati dalla società, tanto da spingere i giudici a dipingere una "situazione economico finanziaria assai preoccupante": la Corte dei conti ha accertato dal rendiconto 2017 della società un’esposizione debitoria per 9.070.775 euro, nonché il peggioramento di tale esposizione nel bilancio 2018 e 2019 rispettivamente per 9.425.899 e per 11.203.760 euro. Tra le violazioni accertate dai giudici della giustizia contabile, la violazione del testo unico delle società a partecipazione pubblica in relazione alla gestione del personale, "inequivoco indice – si legge nella pronuncia della Corte dei conti – rivelatore dell’assenza del controllo analogo da parte dell’ente partecipante".
Matteo Marcello