
Il recupero di una delle salme dei due sub morti dentro la grotta
La Spezia, 27 febbraio 2019 - Due ore e mezza di immersione per riportare in superficie e restituire ai propri cari la salma di Carlo Basso. Si sono concluse ieri le operazioni di recupero dei corpi dei due sub dispersi dallo scorso 9 febbraio nella grotta di El Dudù, nella costa settentrionale dell’Isola di Santo Domingo.
Dopo essere riusciti nella giornata di lunedì a riportare a riva la salma di Carlo Barbieri, 56enne imprenditore edile nativo di Levanto, da tempo trasferitosi proprio nella perla dei Caraibi, il cui corpo era stato individuato già a pochi giorni dalla tragica immersione, ieri i sub speleologi sono riusciti a individuare e a estrarre dalla grotta anche la salma del 44enne istruttore di diving originario di Mestre ma da tempo trapiantato a Levanto. Il corpo di Basso si trovava infatti in fondo allo stesso cunicolo nel quale si trovava Barbieri.
Gli speleologi americani Edd Sorenson e Mike Young, arrivati appositamente dalla Florida, e Denis Bourret della Società speleologica della Repubblica dominicana, coadiuvati dai sub dell’Unità ‘Search & Rescue’ degli Ausiliari Navali Dominicani comandati dall’ex carabiniere in pensione, Sergio Cipolla, ma guidata ieri sul campo dal figlio Luca con il supporto di Franco Incarnato, Baptiste Noel e Francesco Donatelli, sono riusciti a trasportare il corpo di Carlo Basso all’esterno della grotta e a consegnarlo all’autorità.
Come per Barbieri, anche la salma di Basso sarà sottoposta all’esame autoptico con l’obiettivo di individuare le cause della morte. Una vicenda drammatica che si chiude dopo diciotto giorni. Era infatti il 9 febbraio quando Carlo Basso e Carlo Barbieri, amici e colleghi di immersione, si sono addentrati nella grotta marina, una delle più belle ma anche tra le più pericolose del pianeta, con i suoi 700 metri di lunghezza, ricchi di cunicoli e strettoie, e con profondità che sfiorano in alcuni tratti i 27 metri.
Una galleria per cui anche gli esperti speleologici raccomandano non solo l’abilitazione specifica da sub speleologo, ma anche un’elevata preparazione fisica e dotazioni tecniche d’avanguardia. Immediati, la sera stessa, erano scattati i soccorsi: due giorni dopo, l’11 febbraio, un gruppo di sub era riuscito a individuare il primo corpo all’interno di un cunicolo molto stretto, che in alcuni punti è largo appena settanta centimetri, situato a 120 metri di distanza dall’ingresso della grotta e a 14 metri di profondità.
Diciotto giorni di angoscia, animate dalla necessità di restituire i corpi dei propri cari alle rispettive famiglie, ma durante le quali le ripetute immersioni non avevano purtroppo dato l’esito sperato. Fino a lunedì, quando anche grazie all’ausilio dei due sub speleologi americani è stato possibile estrarre dalla grotta il primo corpo, appartenente a Carlo Barbieri. Ieri, il recupero della salma di Basso. Le operazioni sono state coordinate dal Centro operazioni di emergenza guidato da Edwin Olivares, coadiuvato dalla polizia turistica (Cestur) e dall’Armada Dominicana.