REDAZIONE LA SPEZIA

Spariti 11 minori sbarcati in porto Tracce perse dopo l’arrivo a Foggia

Erano ospiti di una struttura di San Giovanni Rotondo. Il giallo rilancia il nodo dell’accoglienza

Spariti 11 minori sbarcati in porto Tracce perse dopo l’arrivo a Foggia

Già motivo di polemica politica per il trasferimento a San Giovanni Rotondo dopo l’arrivo nel porto della Spezia sbarcati dalla Geo Barents, la vicenda dei 27 minori non accompagnati si tinge di giallo. Di 11 di loro si sono perse le tracce. Ospiti di una struttura convenzionata col Ministero dell’Interno della terra di Padre Pio, sono spariti. Il sindaco di San Giovanni, Michele Crisetti, conferma la notizia. "Sono arrivati in 27 però adesso di presenze vere ne abbiamo 16. La preoccupazione è: dove stanno e in che condizioni sono, dove dormono e dove mangiano". La questione riapre la riflessione sui nodi dell’accoglienza dei minorenni stranieri che sbarcano in Italia senza genitori e che vengono subito presi in carico da soccorritori e istituzioni. Nello specifico il paradosso è quello del trasferimento in un luogo lontanissimo dallo sbarco. Sì, non solo il pesante disagio – che per chi soffre il mare è una vera e propria tortura – di 100 ore di navigazione in più per raggiungere il porto della Spezia dopo il recupero nel Canale di Sicilia da parte della Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Poi la beffa di essere rispediti al Sud, a San Giovanni Rotondo, a 750 chilometri di distanza, anche se questa volta su un bus, l’ultimo mezzo dell’estenuante viaggio verso l’ambìto futuro migliore.

"Ragazzi trattati come pacchi postali" era stato il leit motiv dell’analisi sviluppata sul fronte delle forze di centrosinistra, dal parlamentare europeo Brando Beniferi agli esponenti di Italia Viva Antonella Franciosi e Federica Pecunia fino a Massimo Lombardi di Rifondazione. Ora le nuove riflessioni del sindaco Crisetto "sarebbe preferibile che il luogo d’arrivo fosse il più vicino possibile al più vicino centro che può ospitarli". Proprio nella città di San Pio, la giornalista Maria Rosamaria Aquino ha provato a capire cosa sia successo agli 11 minorenni scomparsi nel nulla. Lo ha chiesto a un altro dei migranti non accompagnati, un ragazzo nigeriano di 17 anni: "Non lo so, era notte quando siamo arrivati", ha riferito. Poco utile al fine di ritrovare gli 11 scomparsi ma molto chiaro nella descrizione dell’odissea: "Eravamo tutti molto stanchi, è stato un viaggio davvero lungo, è stato tremendo, arrivare via mare è un inferno, molte persone muoiono, tre sono morte. Se non fossi fuggito avrebbero ucciso anche me. In Libia, in prigione, ci picchiavano ogni giorno. Scappare dalla Libia non è facile. Adesso sono salvo. Sono felice". Ieri la Geo Barents ha intanto soccorso, nelle acque internazionali davanti alla Libia, un barcone con 48 persone di cui 9 minori.

Corrado Ricci