"Sospendete gli atti già approvati". I comitati rilanciano sulla Palmaria

Ambientalisti insoddisfatti. Sacconi: "L’amministrazione deve conoscere i provvedimenti degli uffici"

"Sarebbe doveroso sospendere gli atti approvati e i loro contenuti politici fino a fine inchiesta, ma questa amministrazione ha chiaramente affermato che la loro linea politica è stata e rimane in continuità con quella della precedente amministrazione". C’è delusione, amarezza e preoccupazione nelle parole dei manifestanti che venerdì pomeriggio hanno invaso il palazzo comunale di Porto Venere in occasione del Consiglio comunale dedicato alle vicende giudiziarie che hanno portato ai domiciliari l’ex sindaco ed ex capo di gabinetto regionale, Matteo Cozzani.

La raffica di mozioni e interrogazioni dei gruppi di opposizione si è infranta contro il muro eretto dalla maggioranza, in una serata caratterizzata anche dal divieto – votato solo dalla maggioranza che fa capo al sindaco Francesca Sturlese – di videoregistrare la seduta consiliare. "Le grandi aspettative della cittadinanza sono state deluse – spiega la portavoce del movimento ’Palmaria Sì, Masterplan No’, Giorgia Lombardi –. Le speranze che questa amministrazione prendesse le distanze politiche dalla precedente sono state tradite. Nonostante abbiano condannato gli illeciti emersi dall’inchiesta, hanno deciso di non ritirare nessuna delle delibere della precedente giunta riguardanti la Palmaria (quelle sulla cava Carlo Alberto e il Pozzale; ndr) e la scuola Ravecca. Hanno tentato di giustificare azioni ingiustificabili della passata amministrazione".

Per il movimento "è evidente che dovremo continuare a lottare per la salvaguardia della Palmaria, ancora sotto l’attacco del masterplan e delle delibere dell’ex sindaco Cozzani. Il movimento continuerà a battersi per la trasparenza e la tutela del nostro territorio". Un consiglio comunale che lascia l’amaro in bocca anche alle opposizioni. Francesca Sacconi, di “Lista La Civica“, sottolinea che "non hanno saputo fare altro che attaccarsi alla legge. Dal punto di vista tecnico non hanno saputo dare alcuna risposta, come sul tema delle piscine di Carlo Alberto, e su come l’edificio (ricompreso nella stessa area;ndr) sia stato distrutto pur avendo il vincolo testimoniale. Anche se si tratta di atti rilasciati dagli uffici, un’amministrazione ne deve essere a conoscenza" dice la consigliera comunale, che sull’attuale maggioranza rilancia sottolineando che "non riescono a comprendere che le loro scelte politiche, sicuramente fatte in buona fede, sono state viziate da qualcosa che oggi si conosce. Noi gli indizi li avevamo da tempo, e li abbiamo anche esplicitati in consiglio comunale, quando dissi che il bando per la scuola aveva troppi paletti: non hanno voluto vederli, o forse non c’era la capacità di comprenderli".

Matteo Marcello