
La nuova legge regionale impone cambiamenti nella gestione. Tra le idee messe in campo, anche quella della convenzione. Ilari: "È una scelta politica, e sicuramente non è la più adeguata".
Il primo Comune spezzino a pronunciarsi, nel gennaio scorso, è stato quello di Bolano, il cui Consiglio comunale ha approvato la costituzione di un consorzio quale soluzione di governance più idonea allo svolgimento organico delle funzioni di programmazione e organizzazione dei servizi, nonchè per la gestione delle risorse finanziarie. Quello imposta dalla Legge regionale di riforma dei servizi sociali, approvata nell’autunno dello scorso anno da Regione Liguria, è però una vera e propria rivoluzione, che ha toccato in questi giorni anche il Comune della Spezia, impegnato con i propri uffici a valutare la forma più adatta delle quattro proposte dal Psir per la gestione dei servizi sociali, che non saranno più gestiti autonomamente (o attraverso Ats e distretti) ma tramite la sottoscrizione di convenzioni tra più Comuni, con la creazione di Unioni di Comuni, Consorzi e aziende speciali. Tema, questo, che nei giorni scorsi è stato al centro di un animato incontro tra Palazzo civico e sindacati di categoria: da una parte l’assessore Lorenzo Brogi e la dirigente Stefania Branchini, dall’altra i rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, preoccupati per le possibili ricadute che la nuova organizzazione potrebbe apportare ai dipendenti e ai servizi. Il Comune in queste settimane è impegnato in una sorta di piano di fattibilità per scegliere lo ’strumento’ migliore, ma ha fatto intendere che la scelta potrebbe ricadere tra due opzioni: la convenzione e il consorzio. A preoccupare i sindacati – che in una comunicazione al personale dei servizi sociali ha criticato il mancato coinvolgimento in questo percorso "che può avere notevoli ricadute sul personale" – è la seconda opzione, che comporterebbe il passaggio dei dipendenti dal Comune (circa una quarantina; ndr) al consorzio.
"Si tratta di una scelta politica, non possiamo però esimerci dal giudicare negativamente l’ipotesi della creazione di un consorzio per le possibili ricadute sui dipendenti, che tuteleremo in tutti i modi possibili" dice Marzia Ilari, segretaria di Fp Cgil, che sottolinea come la scelta non riguarderà solo il Comune capoluogo, ma anche quelli di Lerici e Porto Venere: territori che già erogano servizi territoriali attraverso il Distretto e l’Ats. A preoccupare non è tanto l’aspetto pratico – la legge regionale afferma che i dipendenti comunali che dovessero passare al consorzio vedranno ’congelato’ il proprio posto nell’organico comunale – quanto l’aspetto contrattuale ed economico, con i dipendenti che potrebbero approdare in un ente che non solo potrebbe non disporre degli stessi vantaggi della contrattazione decentrata di Palazzo civico, ma sarebbe anche escluso dai bonus dell’ultima normativa sulla Pa.
I sindacati, che hanno inviato richieste di incontro a tutti i Comuni dello Spezzino per capire l’orientamento degli enti, hanno chiesto a Palazzo civico un tavolo tecnico di confronto permanente "affinchè la scelta sia concertata" si legge ancora nel volantino diffuso tra i lavoratori. "L’amministrazione si è impegnata a riconvocarci al più presto – dice Ilari –. Abbiamo chiesto di verificare la possibilità, qualora la scelta ricada sul consorzio, di mantenere i dipendenti in capo al Comune, studiando forme di comando o distacco, più tutelanti. Siamo contrari a forme che obblighino il personale a una scelta". Altro tema portante è quello della gestione degli stessi servizi: alcuni sono stati infatti affidati dal Comune della Spezia a delle cooperative, e sono vicini alla scadenza, come quello legato ad alcune attività per i minori.
Matteo Marcello