Scuola, volano gli stracci in valle. Sindaci minacciano ricorso al Tar

Non piace il piano di dimensionamento proposto dalla Provincia: molti Comuni pronti alla battaglia

Scuola, volano gli stracci in valle. Sindaci minacciano ricorso al Tar
Scuola, volano gli stracci in valle. Sindaci minacciano ricorso al Tar

Il piano di dimensionamento scolastico proposto dalla Provincia a seguito del decreto ministeriale e sulla base delle indicazioni fornite dall’Ufficio scolastico provinciale, non piace ai sindaci della Val di Vara, tanto da spingere diversi primi cittadini a minacciare un ricorso al Tar qualora venisse approvato il piano. Gli accorpamenti degli istituti scolastici, annunciati dalla Nazione nell’edizione di giovedì, trovano i sindaci fortemente contrari: nel mirino l’accorpamento tra l’Isa19 di Riccò del Golfo e l’Isa22 della Val di Vara. A Sesta Godano, il sindaco Marco Traversone è chiaro: "Se non viene modificato il piano, siamo pronti a rivolgerci al Tar – dice – Un unico Isa con 22 istituti? Difficile anche solo pensarlo. Come al solito, vengono prese decisioni così importanti senza consultarci, senza dire niente a nessuno. La lettera con cui la Provincia ci avvisa a cose fatte del nuovo piano è assurda, nessuno ha pensato di coinvolgere i Comuni. Questo provvedimento significa sfasciare le scuole, ed è curioso che gli stessi enti con cui facciamo incontri per la sopravvivenza delle aree interne, ora senza dire nulla rovinino le scuole dell’entroterra". Animi agitati anche a Brugnato. "Anche il nostro Comune è pronto alla mobilitazione: le nostre scuole non si toccano. Siamo fermamente convinti che di fronte alla formazione, alla crescita e all’educazione delle future generazioni la fredda legge dei numeri dovrebbe fermarsi. Purtroppo non è così e oggi siamo costretti a combattere per salvaguardare le nostre scuole e la loro autonomia".

A Pignone, anche il sindaco Ivano Barcellone stigmatizza il nuovo piano, che dovrà essere approvato dal consiglio provinciale entro il 30 settembre. "Siamo stufi di subire – dice Barcellone –. Come sempre i piccoli comuni sono i più colpiti da questi tagli insensati. Si tagliano due dirigenti e invece di contrapporsi a tali scelte, si pensa subito a tappare i buchi. Una politica incomprensibile". A Riccò del Golfo, il sindaco Loris Figoli – che già nei giorni scorsi non aveva esitato a giudicare negativamente il piano – rilancia con parole dure, parlando di "miopia culturale, assenza di progettualità proprio sulla scuola dell’obbligo: peraltro in territori fragili. Uno scarica barile a ricaduta verso l’ultimo della fila. Un treno in corsa partito da anni e che per ora l’esecutivo non è stato in grado di fermare. Con una lettera scarna, affidata agli uffici, si rende nota la razionalizzazione. Questa può essere la migliore soluzione per le scuole che sono loro affidate? Quanto è moralmente giusto dare ai pochi che abitano l’entroterra la colpa di non essere così numerosi da meritarsi dirigenti o servizi a tempo pieno? Oppure occasioni di crescita sul posto che abitano e che difendono ogni giorno dall’abbandono? Così facendo perdiamo ogni valore identitario e culturale. Tagliamo le periferie per garantire il centro: la pandemia non ha insegnato nulla".

Matteo Marcello