Rotavirus, gli esami-bis tardano. Le spiagge restano ancora chiuse

Arrabbiato il sindaco Paoletti, che è stato ascoltato nell’ambito dell’inchiesta condotta della Procura

LERICI

Gli esami sui secondi campionamenti svolti dall’Istituto superiore di sanità a San Terenzo e alla Venere Azzurra non sono ancora arrivati e le spiagge restano quindi chiuse. Il più arrabbiato, ieri sera, era il sindaco di Lerici Leonardo Paoletti, perché se gli esami avessero confermato la localizzazione del problema ai canali Lizzarella e Fosso della Costa (Venere Azzurra), avrebbe chiesto di procedere a pianificare la riapertura con le dovute prescrizioni. Il sindaco ieri mattina con un lungo post su Fecebook, ha tenuto a puntualizzare che il Comune di Lerici non ha presentato alcuna denuncia o esposto rispetto ai fatti in corso. Ma c’è effettivamente un’inchiesta sui casi di rotavirus sulle spiagge di San Terenzo e della Venere della Procura spezzina. La conduce il pubblico ministero Elisa Loris, che ha già ascoltato nei giorni scorsi lo stesso sindaco Leonardo Paoletti come persona informata sui fatti.

"Se ci sono indagini – ha scritto Paoletti – le stesse dipendono da iniziative d’ufficio che è del tutto ovvio attendersi. Con i legali si è valutato di avere elementi sufficienti per esercitare l’azione civile per il risarcimento del danno nei confronti del gestore. Diversamente, per i ripetuti sversamenti nella piazza Brusacà di San Terenzo, all’epoca appena riqualificata, fu necessario presentare una denuncia penale conto il gestore Acam. Questo data l’impossibilità di comprendere le cause del problema nonostante Ato Idrico avesse rinnovato l’intera rete fognaria sottostante la piazza. Solo attraverso una complessa indagine della Procura, impensabile per il Comune, furono individuate le cause degli sversamenti permettendo la soluzione del problema".

Il pubblico ministero Elisa Loris è la stessa che ha chiuso le indagini per gli sversamenti fognari nel mare di Lerici fino all’estate 2022, con l’accusa ipotizzata di inquinamento ambientale. Chiamati a difendersi i vertici di Acam nel periodo attenzionato: due amministratori delegati che si sono succeduti, il direttore tecnico e responsabile del servizio idrico, il responsabile della divisione dei servizi tecnici e delle acque reflue e il responsabile degli impianti. Le cinque persone destinatarie dell’avviso di garanzia hanno chiesto di essere ascoltate dal pm.

Intanto Paoletti mantiene sempre nel mirino l’Acam che gestisce le fognature, ma tende la mano a Peracchini: "Se ci sono stati malintesi con il presidente della Provincia vanno superati, proprio perché malintesi, nella piena comprensione della serietà del problema lericino".

Massimo Benedetti