Resa dei conti per il rogo nel Parco Un corto circuito da negligenza

La procura contesta il lancio di un tubo metallico che ha fatto da ’ponte’ tra i cavi della linea elettrica. La pioggia di scintille originò il fuoco che distrusse 6mila metri quadrati di pineta e macchia mediterranea

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Mentre prosegue l’inchiesta dei Carabinieri forestali per risalire al piromane seriale dell’Antoniana, dal riserbo investigativo trapela l’esito della conclusione dell’inchiesta sull’incendio che il 12 agosto scorso mandò in fumo seimila metri quadrati di macchia mediterranea e di pineta in prossimità del sentiero che porta al santuario di Montenero, nel parco nazionale delle Cinque Terre. Nessun dolo accertato. Ma la contestazione di una negligenza che sarebbe stata alla base dell’innesco delle fiamme: un corto circuito originatosi tra i fili della linea elettrica dell’Enel per effetto del lancio su di essi di un tubo metallico flessibile della doccia che ha fatto "ponte" provocando una cascata di scintille.

Il lancio, hanno dedotto gli investigatori del Comando dei Carabinieri forestali in servizio nel Parco delle Cinque Terre, sarebbe avvenuto dal bagno di un’abitazione – oggetto di contratto di locazione – che era teatro dei lavori proprio per la sostituzione della doccia: sul flessibile che ha fatto "ponte" c’erano tracce di pittura dello stesso colore di quella con la quale era stato a suo tempo dipinto di bagno. Top secret le generalità dell’indagato raggiunto nei mesi scorsi ad un avviso di garanzia a firma del pm Elisa Loris. A questo era seguita la memoria con la quale l’avvocato difensore Luca Benedetti aveva respinto gli addebiti ancorati al quadro indiziario. Resta il fatto della pendenza del procedimento penale che si fa monito stagionale là dove basta poco per dare corso alle fiamme, anche involontariamente. Nel caso in questione, acclarato il corto circuito con pioggia di scintille che ha avuto facile presa nella vegetazione secca, non è dimostrata con certezza quale sia stata "mano" che ha effettuato il lancio del flessibile (rimasto penzolante tra i cavi della linea elettrica) in prossimità di un sentiero attraversato da numerosi escursionisti.

Intanto, tornando all’attualità, ieri sono stati due i due roghi attivi in Liguria: uno sul monte Gottero, a Sesta Godano, in provincia della Spezia, dove il contrasto alle fiamme, oltre ai Vigili del fuoco, ha visto impegnati un canadair e un elicottero regionale; l’altro; l’altro nell’entroterra chiavarese di Nè, divampato domenica nel tardo pomeriggio; ieri sera erano tre i fronti di fuoco che impegnavano vigili del fuoco e volontari, con l’ausilio dell’elicottero regionale della società Heliwest.

Corrado Ricci