Raccolta delle olive in caduta libera: "Le previsioni sono da allarme rosso. A rischio il futuro delle aziende"

Bilancio negativo già da tre anni, ora la situazione rischia di precipitare. Confagricoltura lancia l’Sos

Raccolta delle olive in caduta libera: "Le previsioni sono da allarme rosso. A rischio il futuro delle aziende"

Raccolta delle olive in caduta libera: "Le previsioni sono da allarme rosso. A rischio il futuro delle aziende"

Da tre anni è ormai la solita, triste, storia. Ma l’aspetto preoccupante è legato al graduale peggioramento, annata dopo annata. E così se nel 2022 le cifre erano estremamente ridotte la previsione olivicola di questa stagione avrà numeri decisamente da allerta rossa. Non è un caso che le associazioni di categoria abbiano chiesto a Regione Liguria di trattare la questione alla stessa stregua di un’emergenza, predisponendo fondi oppure avviando un’opera di intercessione con gli istituti bancari. Insomma il mondo dell’olio si sta impoverendo nel senso della quantità della produzione e per contenere i costi, la manodopera, il pagamento dell’energia elettrica e acqua oltre ai mutui accesi per migliorare le aziende non sarà facile trovare una bottiglia da un chilo di buon olio a costi inferiori a 30 euro. La Liguria è in crisi ma è soprattutto la Val di Magra a piangere perchè la principale causa del male ha colpito proprio l’estremo lembo ligure arrivando dal Sud e poi passando dalla Toscana. Quindi gli oliveti da Luni, Castelnuovo Magra, Santo Stefano Magra sono quelli che hanno sofferto di più questa zanzarina davvero tremenda che ha fatto "comunella" con la mosca decidendo di far male all’olivo e al mondo che ruota intorno.

A livello regionale Confagricoltura Liguria ha lanciato un accorato appello all’assessore Alessandro Piana ribadendo la difficoltà del settore e l’ipotesi di richiedere lo stato di calamità naturale, intercettando così finanziamenti di sostegno e non certamente di arricchimento e neppure di sviluppo. In questo momento c’è da superare l’ostacolo della crisi e le aziende non strutturate rischiano il collasso. "La carica produttiva - ha spiegato Armando Schiffini presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Liguria - era già scarsa a giugno e quindi le previsioni erano decisamente negative.

Poi soprattutto nella Val di Magra l’elevato diffondersi del problema legato alla presenza di cecidomia sta mettendo a rischio non soltanto il raccolto ma la sopravvivenza stessa degli oliveti".

Insomma un mix esplosivo di elementi negativi che hanno indotto Luca De Michelis presidente Confagricoltura Liguria a chiedere all’assessore Alessandro Piana di dichiarare lo stato di calamità naturale. "Si sono presentate – ha confermato Luca De Michelis – troppe condizioni sfavorevoli che hanno causato danni ingenti. In questo modo la produzione olivicola ligure è risultata compromessa con conseguenze devastanti per tutta la filiera. Non possiamo dunque che essere fortemente preoccupati da questa situazione. Non ci è rimasto che scrivere una lettera all’assessore regionale Piana esortandolo a verificare se sussistano i requisiti per dichiarare lo stato di calamità e ragionare su forme di sostegno per il settore". Per rafforzare l’appello sono stati ricordati numeri estremamente importanti. L’Italia infatti è il secondo produttore e esportatore mondiale di olio dietro la Spagna. Il 50% dell’export nazionale è concentrato su quattro Paesi, in primis gli Stati Uniti che accolgono il 30% del prodotto italiano poi la Germania, Giappone e Francia. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale mentre si è assestata al 45% la media della Spagna.

Massimo Merluzzi