
Detriti a Fiumaretta
La Spezia, 21 maggio 2021 - Il primo a partire lancia in resta con una diffida consegnata l’altro ieri all’Ato provinciale è stato il sindaco di Bolano Alberto Battilani . Che di pagare il conto – sotto forma di tassa rifiuti – dei detriti spiaggiati a Marinella e Fiumaretta non vuol sentire neppure parlare. Per questo ha formalizzato il suo niet in una mozione bipartisan che impegna la giunta a opporsi alla delibera dell’Ato. Dietro Battilani però il fronte va allargandosi.
Anche il Comune di Calice al Cornoviglio fa sapere, per bocca del sindaco Mario Scampelli, che identica mozione approderà in consiglio martedì. "Non mi pare che un presunto principio solidaristico – osserva Scampelli - costituisca una fonte del diritto, e comunque non mi risulta che quando devo provvedere alla pulizia dei canali del mio comune trovi applicazione. Semmai c’è da ragionare sull’opportunità di mettere in piedi un tavolo allargato, anche perché i tronchi che vengono giù dal fiume se li ritrovano anche a Marina di Carrara e in Versilia. Ecco perché dico: se ne discuta a livello di province di Spezia e Massa Carrara, di Regione Liguria, Toscana e anche Lucca, e si stanzino le risorse necessarie".
"Volendo restare al Magra – aggiunge Scampelli – è necessario che al tavolo si cominci a ragionare sulle cause prima ancora che sugli effetti. Io so che tutti gli anni chiedo alla Regione circa 120-130mila euro per la pulizia dei canali, e ne ottengo normalmente sette-ottomila, per comprensibili problemi di bilancio. Insomma, prima di pretendere il nostro contributo si affronti il nodo delle cause dell’inquinamento del Magra. E poi le realtà sono molto diverse fra loro. A parte questo, il principio solidaristico sarebbe comunque illegittimo dal punto di vista giuridico in quanto mancherebbe la corrispondenza fra quello che il Comune chiede ai cittadini e quanto viene reso loro in termini di servizi. Mi troverei, in sostanza, a far pagare ai miei concittadini interventi indirizzati in altri comuni, il che potrebbe essere contestato anche in sede contabile. Ma non c’è solo questo". E cioè? "Mi domando con quale autorità un responsabile di Ato possa cambiare un piano tariffario. Un intervento del genere deve essere approvato dall’assemblea con le stesse procedure con cui viene adottato. Senza considerare lo sgarbo istituzionale. Se c’è un problema, si chieda la convocazione dell’assemblea e in quella sede si decida. In ogni caso serve un tavolo di lavoro per approfondire le problematiche legate all’inquinamento del fiume. Il problema è anche di Marina di Massa, per dire. La realtà è che serve uno studio scientifico, troppo facile presentare la lista della spesa".
Ancora più severo il sindaco di Sesta Godano Marco Traversone : "Al di là dei profili di legittimità mi chiedo come si faccia anche solo a pensare di far pagare altri comuni per problemi propri, come fa Sarzana. E’ anche una questione di correttezza istituzionale. Se la cosa è fattibile, allora sediamoci attorno a un tavolo e parliamo di tutte le problematiche connesse, magari facendo il conto delle spese dei comuni che possano essere suddivise con altri. Sono sicuro che all’entroterra dovrebbero tornare indietro molti soldi. Quanto sta accadendo mi fa tornare in mente quello che succedeva quando siamo passati al porta a porta, c’era sempre qualcuno che preferiva portare i rifiuti nel comune vicino. Con la stessa logica quel comune avrebbe dovuto rivalersi sull’altro, da cui i rifiuti venivano ‘esportati’. Assurdo. Tanto è vero che inizialmente pensavo a uno scherzo". E’ su questi presupposti che anche il Comune di Sesta Godano presenterà una mozione per opporsi al disegno dell’Ato, cui seguirà la discussione in consiglio comunale. Insomma, venti di guerra all’orizzonte.