
Presidenza del Parco. Si lavora al dopo Bianchi. Tra le prime ipotesi l’ex deputato Viviani
CINQUE TERRE
Mancano ancora cinque mesi – che in politica sono un lasso sufficientemente lungo per veder cambiate più volte le prospettive – ma sulla presidenza del Parco nazionale delle Cinque Terre sono già cominciati i primi movimenti. Nulla di certo e decisivo, visto appunto il lasso di tempo che separa ancora dall’intesa che Governo e Regione Liguria dovranno trovare sul nome destinato a sostituire Donatella Bianchi. In un contesto politico che per la prima volta dalla nascita dell’ente di tutela del territorio vedrà dialogare un Governo e una Regione degli stessi colori politici, l’unica cartezza – almeno per ora – sarebbe proprio l’uscita di scena della giornalista e conduttrice televisiva originaria della Spezia, nominata nell’agosto del 2019 dall’allora ministro all’Ambiente pentastellato Sergio Costa. A non vedere di buon occhio la riconferma dell’attuale presidente sarebbe proprio Regione Liguria. Al presidente Toti, così come a gran parte della maggioranza, non è affatto piaciuta la candidatura della Bianchi alle elezioni regionali del Lazio, dove si è presentata alla guida del Movimento Cinque Stelle.
Un tema su cui, peraltro, il centrodestra ligure non aveva mai fatto mistero del suo pensiero, invitando la Bianchi a fare un passo indietro dall’ente di Manarola già nelle ore successive all’annuncio della candidatura laziale, e poi confermate anche dopo l’esito del voto. La Bianchi aveva poi rinunciato al posto da consigliere per dedicarsi pienamente al Parco, ma nonostante ciò i rapporti tra Manarola e Genova sono rimasti freddi, improntati alla sola cortesia istituzionale. In soldoni, difficilmente la Bianchi sarà ancora la presidente del Parco. La Regione, dal canto suo, vorrebbe invece giocare un ruolo primario nella scelta del nuovo presidente, sfruttando la continuità politica sull’asse Genova-Roma e la collaborazione che in questi anni di governo Meloni si è instaurata tra gli uffici liguri e quelli ministeriali guidati da Gilberto Pichetto Fratin, ministro forzista della prima ora. I contatti – assicurano dalla sponda genovese – non sono ancora iniziati, e la sensazione è che si attenderà l’esito delle elezioni europee per poi sedersi al tavolo e discutere anche sulla base dei rapporti di forza ’aggiornati’.
Di certo, proprio l’opportunità di giocare in casa una partita così importante, ha già smosso gli interessi dei partiti liguri. In Lega, per esempio, una parte del partito vedrebbe di buon occhio la nomina di Lorenzo Viviani. Il 41enne ex deputato nativo di Monterosso, pescatore e biologo, negli ambienti del Carroccio è considerato la carta giusta da giocare. Resta però da vedere se la coalizione sposerà l’idea di un leghista alla guida dell’ente di Manarola, carica peraltro ambita, sempre secondo indiscrezioni, anche dai totiani e dai meloniani liguri. E proprio da questi ambienti si lascia intendere che la nomina potrebbe ricadere su un tecnico e non su un politico. Una scelta che avrebbe una duplice connotazione: da una parte garantire una giusta governance, dall’altra l’esigenza di non politicizzare troppo una carica in un contesto storico come quello attuale, in cui la Regione e i partiti che sostengono la maggioranza sono da mesi finiti nel mirino di molte associazioni del territorio a causa delle nuove tariffe turistiche del Cinque Terre Express.
Matteo Marcello