Prefabbricati nel parcheggio. Avviato l’iter del progetto per liberare il padiglione Paita

Stando alla determina di Asl le due strutture ospiteranno i pazienti di Psichiatria e Neurologia. Palazzina sottoposta a verifiche quindicinali dopo l’allarme dissesto e i lavori alle fondamenta.

Prefabbricati nel parcheggio. Avviato l’iter del progetto per liberare il padiglione Paita

Prefabbricati nel parcheggio. Avviato l’iter del progetto per liberare il padiglione Paita

LA SPEZIA

Due prefabbricati per una superficie complessiva di circa 800 metri quadrati troveranno spazio, se tutti gli incastri autorizzativi andranno al loro posto, nello spazio attualmente adibito a parcheggio che si apre di fronte all’ingresso del padiglione Paita. La determina per l’assegnazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica è stata firmata il 5 febbraio del 2024 e prevede un impegno di spesa di oltre 36mila euro a fronte del conferimento di uno specifico incarico all’architetto Nicola De Mastri. La ’ratio’ del procedimento? Individuare una ’nuova sede per il servizio psichiatrico di diagnosi e cura e per il reparto di neurologia’. Il pensiero degli operatori, venuti a conoscenza del progetto – sul quale peraltro pende anche un atto autorizzativo di competenza del Comune della Spezia non ancora perfezionato – è andato automaticamente alla situazione della palazzina che attualmente ospita proprio la Psichiatria, la più recente del nosocomio spezzino ma anche la più ’malandata’. La diagnosi fatta nell’ottobre 2022 sulla sicurezza dell’edificio, d’altronde, era stata messa nero su bianco ed è tuttora a disposizione di potenziali lettori su un documento facilmente reperibile e consultabile ad albo pretorio: si tratta del rapporto di verifica statica commissionato alla Idro.Geo.Ingegneria srl e al geoloco Eliana Vannini per conto di Epta Consult scrl per valutare le condizioni del padiglione 7 alla luce delle "manifestazioni lesive di dissesto" che lo interessavano. Un quadro impietoso. I tecnici, eseguiti due sopralluoghi, certificavano il coinvolgimento di sei locali al piano terra e di altri cinque al primo piano. Locali che presentavano "un quadro fessurativo piuttosto esteso", sia a livello del "muro perimetrale longitudinale di facciata" sia sul fronte delle "pareti divisorie interne", queste ultime interessate da "lesioni inclinate a 45° in modo crescente".

Nella relazione tecnica vengono avanzate anche delle spiegazioni in relazione alle possibili cause. E si dice che "una certa evoluzione del quadro fessurativo" possa essere messa in relazione con "la diversa suscettibilità del terreno di fondazione alle infiltrazioni e allo scorrimento interstiziale dell’acqua piovana". Non solo. Si dice anche che "la muratura portante relativa alla facciata lato mare gravita su una stratigrafia piuttosto scadente e comprimibile costituita da limi sabbiosi con rara ghiaia".

"A oggi – si legge nel documento datato, ricordiamo, ottobre 2022 – non è dato sapere se l’intervento di rinforzo delle fondazioni, attuato nel 2017, abbia raggiunto lo scopo prefissato, fermando i cedimenti in atto da tempo". Questo perché – prosegue la nota tecnica – "non sono stati ancora attuati interventi sostanziali di riparazione delle pareti storicamente interessate dai dissesti, tranne alcuni limitati lavori parziali di ripristino leggero superficiale, da catalogare come interventi di ’stucco e pittura’". Questa la situazione storica. Cosa è stato fatto nel frattempo? A fronte di questo quadro l’azienda sanitaria – le precisazioni arrivano direttamente dai piani alti di via Fazio –, dopo aver provveduto a rinforzare le fondamenta con delle iniezioni di cemento armato, come d’altronde suggerito dagli stessi tecnici che avevano elaborato la perizia nel 2022, ha agito su tre piani differenti. In primis ha provveduto a spostare il reparto di Neurologia (trasferito nel padiglione 6, con realizzazione di 19 posti letto) e gli ambulatori di endocrinologia: i due traslochi erano funzionali ad alleggerire la struttura. "L’Asl – aggiunge il direttore generale Paolo Cavagnaro – ha poi avviato un piano di monitoraggio per il padiglione 7, organizzando sopralluoghi a cadenza quindicinale, da parte di una società di ingegneria e architettuta esperta nel settore, che valuta costantemente il rischio di staticità dell’immobile. Queste rilevazioni continuano e continueranno, ma attualmente l’esito delle verifiche, corroborate da relazioni certificate, non desta preoccupazione". La terza strada è stata appunto quella di avviare un iter progettuale per i due prefabbricati. A differenza di quanto recitato nella determina di assegnazione dell’incarico, sugli usi ai quali saranno destinati gli 800 metri quadrati delle due appendici il dg è più flessibile: "Saranno strutture idonee a ospitare, per la durata necessaria, le attività di degenza e ambulatoriali, così da permettere di prendere decisioni secondo opportunità e convenienza. Quando le nuove strutture saranno pronte ne valuteremo in concreto l’utilizzo".

Roberta Della Maggesa

Vimal Carlo Gabbiani