Crollo del ponte, "Il guard-rail si è alzato. E poi giù, come burro"

Il crollo negli occhi di due testimoni di Caprigliola. "Ho pensato al terremoto. Non dimenticherò mai il furgone rosso che precipitava"

Un tecnico salito sulle macerie del ponte sul fiume Magra, ad Albiano

Un tecnico salito sulle macerie del ponte sul fiume Magra, ad Albiano

Caprigliola (Aulla), 10 aprile 2020 - «Ho sentito un boato simile a un temporale estivo, ho girato lo sguardo e ho visto il ponte crollare come in un effetto domino, pezzo dopo pezzo. Sono rimasta impietrita". Dal giardino della sua abitazione di Caprigliola, Simonetta Vivaldi, dipendente dell’Arsenale militare della Spezia, ha assistito alla tremenda scena del crollo del ponte di Albiano. "In quei momenti – afferma, ancora scossa – mi è subito venuta in mente la tragedia del ponte Morandi, ho provato un grande dolore, anche perché mio nonno, Giovanni Vivaldi, lavorò nella costruzione di quel ponte. Una struttura che ha resistito a decenni di utilizzo, salvo poi cadere in questo modo, in pochi istanti. Per noi del paese è una tragedia, quando passavamo sopra il ponte lo sentivamo ballare".

«La mia vicina di casa – ci svela –, a bordo della sua automobile, stava andando alla farmacia di Albiano, ma mentre si accingeva a immettersi sul ponte ha visto il guarda-rail alzarsi e ha avuto la prontezza di fermarsi pochi istanti prima del cedimento della struttura. Mi ha detto che ha pensato al terremoto, fosse andata avanti qualche metro sarebbe precipitata". "Subito dopo il crollo, noi che viviamo a Caprigliola, siamo rimasti senza gas – conclude –, per gli abitanti di Albiano presumo ci saranno problemi ancora più grandi".

Anche la signora Daniela Cocchi, insegnante nella scuola primaria di Albiano Magra e abitante a Caprigliola, è provata dalla scena paurosa alla quale ha assistito: "Ero nella parte alta della mia casa – racconta –, impegnata in una conversazione telefonica con una collega, quando ho sentito un rumore fortissimo, ho girato lo sguardo e ho visto il ponte andare giù come il burro. Prima del crollo non ho avvertito esplosioni, il boato l’ho sentito solo al momento del cedimento, quasi fosse un terremoto. Un’immagine terrificante. Sulle prime sono rimasta impietrita, subito dopo mi sono messa ad urlare mentre la gente del paese accorreva in piazza. A seguire ho pianto".

La signora Cocchi ci svela poi un retroscena da pelle d’oca: "Poteva essere una tragedia, ci ha salvati paradossalmente il Coronavirus perché in frangenti normali, su quel ponte, ci saremmo passati noi insegnanti con i nostri bambini visto che il pulmino che ci portava da Caprigliola e Stadano ad Albiano passava sempre da lì. Nella nostra scuola di Albiano ci sono ben 140 ragazzi della primaria e sessanta bambini dell’infanzia. Ma non solo, sopra quel ponte era solito passare anche il pulmino che portava i ragazzi di Albiano alla scuola media di Aulla".

Il racconto dell’insegnante si sofferma poi sugli attimi dopo il crollo: "Da lontano ho visto un automezzo rosso e siccome una mia collega ha un automobile dello stesso colore, l’ho subito chiamata al telefono ma fortunatamente mi ha detto che era a casa. Abbiamo poi saputo che su quel furgone c’era un ragazzo di Caprigliola: il dispiacere è stato enorme". Infine le impressioni finali: "Le volte che chiudevano la Ripa il traffico sulla struttura era davvero notevole. Quando noi passavamo avvertivamo delle vibrazioni, ma si diceva che era normale perché il ponte doveva avere una sua elasticità".