
Il denominatore comune è la preoccupazione. La pubblicazione da parte dell’Ance della lista dei 166 progetti spezzini che rischiano di non ricevere più i fondi del Pnrr ha allarmato i Comuni. Soprattutto quelli più piccoli, che contano di eseguire opere che senza quella copertura finanziaria difficilmente potrebbero essere realizzate. Interrogativi diffusi sopratutto in quei territori dove le opere sono già state appaltate o addirittura iniziate. Come a Rocchetta, dove i lavori da 670mila euro per la messa in sicurezza del torrente che attraversa il borgo sono iniziati da alcuni mesi. "L’impresa ha già fatto circa il 70% del lavoro: mi chiedo come si possa pensare di definanziare un’opera iniziata, sarebbe folle" dice il sindaco Roberto Canata. A Lerici, dove sono molteplici i lavori finanziati col Pnrr, Leonardo Paoletti esprime velata spreoccupazione: "Siamo però convinti – dice – che questi soldi non andranno persi, il Governo non ha interesse a perderli. Lerici ha sempre dimostrato concretezza nello spendere i finanziamenti ottenuti, confido che i nostri progetti vengano salvati e finanziati". È opinione Comune che a destare incertezza sia stata anche la mossa del precedente Governo, "che hanno inserito nel Pnrr opere che erano state inizialmente coperte da altri canali di finanziamento – continua Paoletti –, mettendo in difficoltà i Comuni che hanno dovuto rendicontare i lavori". Opinione, quest’ultima, sottoscritta anche dal sindaco di Pignone, Ivano Barcellone, dove i lavori da 800mila euro per l’adeguamento della scuola sono stati appaltati da pochi mesi. "Quei lavori – dice Barcellone – avevano intercettato il finanziamento del ministero, e poi sono finiti tra i fondi Pnrr: quindi, mi auguro che qualora non trovassero più copertura coi denari del Piano nazionale, siano nuovamente finanziati con i fondi statali". Posizione più critica quella assunta dal sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia, che oltre ad aver già realizzato i lavori finanziati dal Pnrr, sottolinea che "la vera cosa grave è che non siano stati individuati e finanziati interventi lungimiranti, come il nostro progetto dello scolmatore: 15 milioni di euro che però avrebbero permesso di mettere in sicurezza il territorio. Le amministrazioni vorrebbero risolvere i problemi, ma non c’è la complicità virtuosa del governo".
Matteo Marcello