MARCO MAGI
Cronaca

Pirandello e la recita a soggetto. Mirpò stasera al Dialma con ’Luigi’

Per chi cerca un’esperienza teatrale autentica e sorprendentemente umana, ‘Luigi, omaggio a un autore che non voleva farsi trovare’, è...

Per chi cerca un’esperienza teatrale autentica e sorprendentemente umana, ‘Luigi, omaggio a un autore che non voleva farsi trovare’, è perfetto, visto che sarà il pubblico a scriverne la trama. Appuntamento stasera, alle 21, al Dialma Ruggiero di Fossitermi (biglietti in vendita anche su Vivaticket.it oppure al Teatro Impavidi di Sarzana). Cosa succede se si porta Luigi Pirandello, l’autore dell’estremo, alle sue estreme conseguenze? È la domanda da cui nasce il nuovo spettacolo della compagnia spezzina Mirpò. Ne parliamo con Guglielmo Perez, ideatore e regista del progetto.

Da dove nasce l’idea di ‘Luigi’? "Da una sfida – esordisce Perez –. Mi sono chiesto: cosa succede se a teatro togliamo tutto tranne le emozioni? Se non c’è un testo, non ci sono ruoli, non c’è scenografia, non c’è un finale da raggiungere? Siamo una compagnia che lavora da anni con l’improvvisazione teatrale, ma questa volta volevamo andare oltre la comicità. Volevamo capire se l’improvvisazione potesse diventare anche uno strumento per parlare di identità, fragilità, relazioni. E per farlo mi sono rivolto a uno dei maestri della speculazione dell’anima: Pirandello. Così si approfondiscono i grandi temi del teatro Pirandelliano: la verità, la vita, le maschere sociali e l’esplorazione dell’Io".

In che modo lo spettacolo si ispira a ‘Stasera si recita a soggetto’?

"Pirandello, con quel testo, ha compiuto una cosa potentissima: ha messo in crisi l’idea stessa di autore. Nell’opera pirandelliana gli attori fingono di improvvisare, ma in realtà tutto è su copione. È un gioco di specchi. Noi abbiamo voluto prendere quella provocazione e renderla reale: qui si recita davvero a soggetto. Non esiste davvero un copione. Il pubblico ci dà degli spunti prima dell’inizio, si costruisce un canovaccio, e da lì nascerà tutto così come fu pensato da Pirandello". Cosa significa davvero recitare senza copione?

"Per un attore è una sfida enorme, perché non c’è protezione, nessuna rete. Ma proprio per questo è anche uno spazio di verità. Il teatro, a volte, è troppo sicuro di sé. Con ‘Luigi’, volevamo creare una zona d’incertezza".

Che ruolo ha il pubblico? È davvero parte attiva?

"Assolutamente sì. Senza pubblico lo spettacolo non esiste. Chiediamo a chi entra in sala di lasciarci alcuni spunti, momenti della propria vita. Sono tre domande pensate accuratamente per porre il pubblico in una sorta di autoriflessione (anonima) su di sé e sulla propria vita. In questo modo si sintonizza già con lo spirito dello spettacolo. Attraverso quelle risposte, costruiamo la storia che verrà rappresentata".

Marco Magi