Peste suina africana, c’è un secondo caso. Trovata un’altra carcassa infetta

Cinghiale rinvenuto a Varese Ligure: le analisi dell’Istituto Zooprofilattico hanno confermato la presenza del virus

Un cacciatore impegnato in una battuta di caccia al cinghiale (foto d’archivio)

Un cacciatore impegnato in una battuta di caccia al cinghiale (foto d’archivio)

Val di Vara, 17 aprle 2024 – Secondo caso di Peste suina africana nello Spezzino. Le analisi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta hanno certificato la presenza del virus – mortale per cinghiali e suini ma non trasmissibile all’uomo – in una carcassa di un cinghiale trovato morto a Varese Ligure, in un’area boscata situata a poca distanza dal confine con il Parmense dove già un mese fa si era verificato il primo caso spezzino della malattia.

Un segnale che il virus, dopo essere largamente diffuso nel Genovesato e nel ponente ligure – in tutta la Liguria i casi registrati sono 772 – sta lentamente prendendo campo anche nello Spezzino, dove fino a oggi sono tre i Comuni che figurano nella zona di restrizione di tipo II – Varese Ligure, Maissana e Sesta Godano – mentre sono ben dodici i territori che figurano nell’area ’cuscinetto’, di tipo I, ovvero Carro, Carrodano, Deiva Marina, Calice al Cornoviglio, Beverino, Pignone, Zignago, Borghetto Vara, Brugnato, Levanto, Rocchetta Vara e Framura.

Nel frattempo, in Alta Valle da alcune settimane sono iniziate le battute di caccia mirate all’abbattimento selettivo degli ungulati, una delle misure previste per impedire l’ulteriore diffusione del virus. "Le battute sono già iniziate, sono stati svolti sei interventi, con alcuni abbattimenti – annuncia Roberto Canata, presidente dall’Ambito territoriale di caccia della Spezia –. Le squadre in queste settimane stanno provvedendo anche ad adeguare le case di caccia secondo le normative di riferimento. A giorni dovrebbe essere pubblicata la nuova ordinanza del Commissario straordinario con le misure di controllo ed eradicazione della peste suina africana: non è escluso che possa essere concesso l’autoconsumo delle carni anche nelle aree di restrizione di tipo II".

Cacciatori che, nel frattempo, si mostrano soddisfatti per i rimborsi introdotti da Regione Liguria per incentivare gli abbattimenti dei cinghiali: 80 euro per un esemplare di femmina adulta e subadulta (esemplari rossi e striati), 40 euro per un esemplare di maschio adulto, 30 euro per l’abbattimento di un cinghiale selvatico a una distanza superiore ai cinquanta chilometri dai confini della zona di restrizione II. "Sono stato tra i primi sostenitori di questa misura – dice Canata –, è una buona iniziativa, i nostri cacciatori sono volontari ma il loro impegno sul territorio è costante, dunque è giusto che venga dato loro un contributo. Una misura peraltro già sposata da altre Regioni, e che sicuramente porterà risultati".

Matteo Marcello