
L'interno della Torre delle Poste
La Spezia, 21 maggio 2021 - Nella nostra città esiste un tesoro nascosto che pochi spezzini hanno avuto il privilegio di poter ammirare, soprattutto i giovani. Si tratta di uno straordinario esempio di arte musiva futurista, opera di Enrico Prampolini e da Fillia, dedicata alle Comunicazioni Terrestri Marittime ed Aeree, realizzata quale arte ornamentale, inserita nel Palazzo delle Poste, progettato dall’ingegner Angiolo Mazzoni, palazzo che fu inaugurato nel 1933. L’ultima apertura al pubblico della Torre dell’Orologio avvenne durante la seconda edizione del festival di Cultura Identità dal titolo, 'Turismo e Futurismo', che si tenne nel 2019, quando fu concesso un permesso straordinario dalle Poste Italiane per poterne permetterne la visita. “Torno a manifestare la necessità di far riappropriare la città di questa opera d’arte utile anche per la promozione turistica del territorio, con un’azione concreta insieme agli attivisti spezzini di Cultura Identità, Luca Locci, coordinatore provinciale, Alessandro D’Asaro responsabile giovani e ai tanti nostri sostenitori tra cui l’avvocato Francesco Marzano e la giovane storica dell’arte Elena Conti” commenta Paolo Asti dell’esecutivo nazionale del movimento.
“Cultura Identità ha accolto la proposta di lanciare una petizione popolare – raccontano Locci e D’Asaro – rivolta al Ministro della Cultura Dario Franceschini e all’amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane Matteo Del Fante che sarà inviata per conoscenza anche al sindaco Pierluigi Peracchini”.
Poi riprende Asti: “Si tratta di un’azione utile a sensibilizzare le istituzioni competenti, così da mettere in sicurezza le scale che risultano essere dotate di balaustre troppo basse da non rispettare le normative vigenti e di preservare gli uffici dove lavora il personale delle poste, dalla possibilità di ingresso del pubblico. Cose che con la buona volontà possono essere sicuramente risolte”.
Commenta Elena Conti: “Sono una giovane laureata in storia dell’arte e sono dispiaciuta di aver potuto ammirare l’opera solo sui libri e questo mio pensiero è condiviso da tanti altri giovani”.
Aggiunge il lericino Francesco Marzano: “Ritengo questa una battaglia culturale in cui dobbiamo farci valere non solo a Spezia ma in tutta la provincia, del resto sono note le serate futuriste organizzate a San Terenzo a cui partecipò Marinetti”.
E conclude Edoardo Sylos Labini, presidente e fondatore del movimento Cultura Identità: “Dopo aver lanciato durante il festival di Cultura Identità, grazie a un’idea di Paolo Asti , la possibilità di recupero della cascata d’acqua che finalmente l’amministrazione spezzina ha trovato modo di realizzare, ora lanciamo con forza questa nostra nuova campagna che rientra nel progetto delle Città Identitarie a cui partecipano decine di comuni italiani e di cui La Spezia è stata tre le prime ad aderire”. Sarà possibile firmare la petizione a partire da sabato 22 maggio al bar pasticceria Fiorini in piazza Verdi, dalle 10 alle 12, o alla libreria Ricci in via Chiodo 107. È possibile inoltre sottoscrivere la petizione anche on line dal sito www.culturaidentita.it.