Palio blindato, vincono sport e responsabilità

Spettacolarità sacrificata ma passione tenuta viva in parallelo ad un imponente servizio d’ordine che non ha lasciato nulla al caso

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E’ mancato l’"abbraccio" popolare al campo di gara, l’effetto catapulta delle barche da diporto sugli equipaggi dopo l’arrivo al traguardo, la corsa a nuoto dei supporter verso i campioni ma la fiammella del Palio del Golfo è rimasta accesa e con essa è stato salvaguardato il patrimonio identitario che la alimenta, investito dai venti del Covid. La novantaseiesima edizione della disfida remiera è deficitaria sul piano dello spettacolarità ma ricca del valore-chiave che fa scudo al coronavirus: la responsabilità. Questione di regole e di servizio d’ordine che - costituto da 80 operatori tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto, oltre agli stuart - non ha lasciato nulla al caso ma questione anche di consapevolezza diffusa. Un migliaio gli spettatori che erano previsti sulle tribune inanellate su tutta la passeggiata Morin (tra posti riservati ai borgatari, alle autorità e agli acquirenti dei soli 250 biglietti per gli accessi a pagamento); alla fine diversi posti sono rimasti vuoti con beneficio per il distanziamento fisico che, insieme alla mascherina, resta la misura cardine per azzoppare il virus nel transito da persona da persona, anche se vaccinata. Mentre si impongono i verdetti sul campo di gara si apre l’attesa per capire se, nonostante tutte le misure adottate, il contagio si è fatto strada.

Intanto lo scenario degli assembramenti tollerati per la gloria del Palio – col rilancio su grande scala degli stessi in conseguenza delle riprese video a cura di Teleliguria Sud, rilanciate in diretta anche sui maxi schermi sparsi per le borgate – è stato accompagnato dalle immagini dagli slogan educativi impressi sugli striscioni che hanno vestito gli spalti: più vaccinati, più liberi. Fotogrammi che fanno storia, che segnano un’epoca, sulla rotta del centenario nel 2025, insieme all’immagine-faro di questo Palio: l’abbraccio degli equipaggi junior del Canaletto e del Cadimare dopo la suspense sull’attribuzione della vittoria al fotofinish. Una dimostrazione di grande sportività, valore anche questo che aiuta la comunità a superare la criticità del momento impresse nell’altra immagine simbolo di giornata: viale Italia e giardini pubblici blindanti e deserti, col loro effetto-barriera agli assembramenti di retrovia e l’indotta rinuncia all’approntamento dei teloni oscuranti, che sarebbero stati messi a dura prova dalle raffiche del libeccio.

Corrado Ricci