
La chiesa di Santa Maria
La Spezia, 19 luglio 2020 - Profanata l’Eucarestia nella chiesa di Santa Maria. Una donna ha prima tentato di rubare l’ostia consacrata con un fazzolettino di carta invece di portarla alla bocca. Successivamente, di fronte al richiamo del sacerdote ad inghiottirla, l’ha conservata in bocca per qualche minuto e, all’uscita dalla chiesa a fine funzione, l’ha riposta nella borsetta. Ad accorgersi della sottrazione è stata una collaboratrice del parroco che ha dato l’allarme senza poter impedire l’allontanamento della donna dalla cattedrale.
L’episodio è accaduto venerdì mattina durante la messa delle 11 celebrata dal viceparroco don Verich Marozza che ha denunciato pubblicamente l’acccaduto alla fine delle funzioni celebrate ieri. Il collaboratore del parroco e abate di Santa Maria, monsignor Ilvo Corniglia, ha chiesto ai fedeli una preghiera di riparazione per il gesto della donna. "Avevo notato – racconta don Verich – una signora mai vista alla messa delle 11. Di solito ci sono una ventina di persone che conosco personalmente. Si aggiungono a volte i parenti di defunti per cui celebro una messa di suffragio, come ieri per Giorgio Mangiacavalli. La signora, sui 40 anni, caraibica o sudamericana, piuttosto prosperosa, era seduta in prima fila. Al momento della distribuzione dell’Eucarestia si è messa in fila con altri fedeli. Arrivato il momento di ricevere la particola sulle mani, come prescritto dalle norme anti Covid-19, ha estratto un fazzolettino di carta e ha tentato di portarla via. Ho intimato a voce alta alla donna di mettere subito in bocca l’ostia. Lei, dopo aver abbassato la mascherina lo ha fatto e poi si è rimessa a sedere. Ho capito però che stava cercando di tenere in bocca la particola senza inghiottirla. Ho indugiato nei riti conclusivi proprio per vedere cosa facesse. A fine funzione si è alzata e prima di uscire ha calato la mascherina e col Kleenex ha raccolto il residuo di particola e si è allontanata. La mia collaboratrice ha dato l’allarme, ma la donna si era dileguata".
Dietro l’episodio il pericolo di utilizzo dell’ostia consacrata per la celebrazione di riti satanici. "Ho subito informato il parroco don Ilvo – prosegue don Verich – e, di concerto con lui, il vicario generale monsignor Enrico Nuti. Come riparazione del gesto profanatorio della donna ho celebrato una messa venerdì sera. Nelle successive funzioni ho voluto chiedere la preghiera dei parrocchiani come gesto riparatorio, ma anche per rassicurarli: il Signore è onnipotente e superiore a qualsiasi tentativo di profanazion". I satanisti tentano di rubare ostie consacrate e calici per i propri macabri rituali. Un mese fa alcune ostie sono state rubate da un tabernacolo da una donna a Molfetta in Puglia. Più grave il furto di una pisside eucaristica (contenitore di ostie) nell’aprile 2019 nella chiesa di san Felice a Venezia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA