REDAZIONE LA SPEZIA

Opere abusive, battaglia al Tar. Comune batte il centro ippico

Follo, respinto il ricorso della società contro l’ordinanza di demolizione di alcuni manufatti della struttura

Allenamenti in un centro ippico (. foto di repertorio

Allenamenti in un centro ippico (. foto di repertorio

Una battaglia a colpi di carte bollate che per sette anni ha visto contrapposti il Centro Ippico Val di Vara e il Comune di Follo. E una sentenza, quella del Tar, che dà ragione all’amministrazione pubblica. Il tribunale amministrativo regionale ha infatti respinto il ricorso della società che gestisce il centro ippico situato nelle adiacenze dello stadio comunale di Pian di Follo, che aveva impugnato una serie di atti pubblicati negli anni dagli uffici comunali. La vicenda affonda le sue radici nel blitz della Guardia di Finanza nella cittadella sportiva di Follo, nel quale erano emerse una serie di irregolarità edilizie. Il Comune, a seguito delle verifiche disposte dai propri uffici, pochi giorni dopo ingiunse al centro ippico la demolizione di opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi in quanto le opere – tra cui ricovero cavalli e un campo di allenamento e la zona ristorazione – sarebbero state costruite in area gravata da vincolo paesaggistico e compresa nel parco naturale regionale Montemarcello-Magra.

L’ordinanza venne impugnata al tribunale amministrativo dalla società, ma nel frattempo la diatriba è continuata, tanto che la stessa società negli anni successivi, con motivi aggiunti, ha impugnato anche la nota dirigenziale del Comune con la quale era stato disposto dagli uffici il diniego di compatibilità paesaggistica e di sanatoria delle opere ritenute abusive, così come della nota, vergata nell’aprile del 2018, che sanciva il diniego del permesso di costruire in sanatoria. Tutto finito? Assolutamente no, perchè nel 2020 la società, con un secondo ricorso per motivi aggiunti, impugnò anche il provvedimento dirigenziale con cui il Comune non solo aveva reiterato la richiesta di dare corso all’ordinanza di demolizione emessa tre anni prima, ma aveva anche disposto l’irrogazione di una sanzione pecuniaria di 27.500 euro quale "importo stimato per il ripristino dello stato dei luoghi". Di contro la società, nel ricorso, aveva chiesto la condanna del Comune al risarcimento di tutti i danni patiti in diretta conseguenza dei provvedimenti impugnati e dell’illegittima condotta tenuta dalla pubblica amministrazione. Nei giorni scorsi, la pubblicazione della sentenza, con i giudici che hanno dato ragione al Comune, respingendo il ricorso della società ippica. Che, ora, potrebbe impugnare la sentenza al Consiglio di Stato

Matteo Marcello