Se lo merita l’ottantacinquenne artista Cosimo Cimino – che vive e lavora alla Spezia dal 1962 – il gratificante riconoscimento che gli hanno voluto tributare a Cefalù, sua città natale, dove soggiorna durante la stagione estiva. Cimino è tra i protagonisti della storia artistica del nostro territorio e in particolare delle numerose affermazioni in ambito nazionale del circolo culturale ‘Il Gabbiano’, di cui è stato uno dei fondatori nel 1968. E l’editore Stefano Marsala ha voluto includere un omaggio al pittore conterraneo nel quarto numero di oltre 150 pagine dell’elegante rivista ‘Cefalù’, presentata allo scorso Salone internazionale del libro di Torino. Grazie al noto critico Valerio Cremolini, ripercorriamo il vissuto artistico di Cimino, rappresentato da intense esperienze tra vari momenti dell’arte contemporanea. "Conosco Cimino da molti anni – spiega Cremolini – e più volte mi sono stupito della sua propensione a sorprendere, mantenendo integra la propria identità nell’esplorare in piena libertà nuove forme espressive, attingendo al suo singolare catalogo di materiali, abilmente combinati".
Carta, spago, sughero, bicchieri, macchine fotografiche, occhiali rotti, caramelle, cappelli, scarpe, lattine, capsule di spumante, tubi catodici, pastiglie e molto altro, diventano i protagonisti di speciali soluzioni compositive, che richiamano temi ben diffusi nella pittura, quali paesaggi, ritratti, nature morte, animali. "Tutt’altro che trascurabile è il raffinato ciclo di cravatte e di giacche, stimolante la tappa sulla gestualità, spesso puntualizzata da misurati impasti di colore acrilico e intonaco. Pensate che, nel 1980, in un’improvvisata performance, Cimino realizzò alla Spezia un intervento di estetica urbana, disponendo una sequenza di tavole di buona dimensione sopra le comuni strisce pedonali, destando gradimento e sorpresa tra la gente". È evidente la sua censura dei comportamenti irresponsabili dell’uomo verso l’ambiente. "I materiali di scarto sono elementi costitutivi del suo procedimento artistico, che si rivela in figurazioni allegoriche, in gran parte legate al sociale e avvalorate da vivaci apporti concettuali. Evidenti, inoltre, i contributi di Cimino nella Poesia visiva". Nei primi anni Novanta, l’uso della carta bianca in striscioline irregolari, a formare poi figure e parole in rilievo, di seguito gli eccentrici strumenti musicali di ispirazione Fluxus, poi l’omaggio al Futurismo, i ritratti e le vedute paesaggistiche dal respiro poetico. "La capacità ideativa di Cimino lo ha coinvolto in significativi progetti anche con persone portatrici di disagio sociale e perfino bambini di un asilo nido. La sua è una spontanea apertura al dialogo, la cui esperienza artistica e umana merita di essere conosciuta".
Marco Magi