LA SPEZIA
Rappresentano la mano d’opera di un settore che lungo il Miglio Blu può vantare fatturati da capogiro, eppure rischiano di finire ai margini di una catena sociale che spesso li vede senza medico di base, con una scarsissima comprensione della lingua italiana, costretti a vivere in dieci in un appartamento, in un contesto che, al di là del turno di cantiere, offre più insidie che sostegni. Stiamo parlando dei lavoratori dell’indotto dei grandi marchi della nautica, su cui più volte i sindacati hanno tentato di sollevare il velo. Un tema che i colossi della cantieristica stanno cominciando ad affrontare con continuità, avviando progetti che non siano solo spot temporanei. Il gruppo Sanlorenzo sta da tempo elaborando programmi che possano portare a un’integrazione, al di là dell’orario di lavoro. In questa direzione va lo Sportello di mediazione culturale avviato in questi giorni, a seguito della firma del nuovo contratto integrativo aziendale: l’obiettivo è favorire l’integrazione delle diverse culture di provenienza dei lavoratori, con i lavoratori che potranno rivolgersi all’ufficio per ricevere tutte le informazioni che possano aiutarli a inserirsi al meglio nel territorio, dalla scelta del medico di base ai riferimenti per trovare alloggi in affitto.
Sempre recentemente sono stati inaugurati dall’azienda corsi di lingua italiana ed educazione fisica che verranno estesi, fra settembre e ottobre, anche ad Ameglia. "Questo progetto si allinea con un modello aziendale volto ad accompagnare i lavoratori stranieri, operanti presso le imprese in appalto, in un percorso di integrazione culturale che fornisce assistenza ai servizi territoriali e pubblici e contrasta i fenomeni di caporalato" fanno sapere dall’azienda, con Pierfrancesco Acquaviva, Group HR Director, che sottolinea la soddisfazione "di poter dar seguito alle iniziative definite all’interno del nostro contratto integrativo aziendale, che ci consentono di promuovere e rafforzare il nostro modello di integrazione culturale all’interno dei Cantieri Sanlorenzo. Terminato l’orario di lavoro, gli operatori potranno seguire corsi di italiano. Non c’è elemento migliore di tutela delle persone, oltre al salario giusto, di conoscere la lingua e di raggiuntere l’integrazione. Iniziative molto qualificanti e che danno un seguito al protocollo firmato qualche anno fa in Prefettura. Credo che le aziende come le nostre debbano portare avanti questi temi e definire le strategie".
Integrazione che passa anche dalla possibilità di poter disporre di un alloggio confacente alle esigenze, vero tallone d’achille del territorio. Sanlorenzo, come ricorda Acquaviva, "è stata coinvolta sul tema da Confindustria, ci sono interlocuzioni in corso per capire se ci sono spazi di intervento. Valutiamo anche questa soluzione, chiaramente abbiamo puntato forte sulle iniziative appena lanciate perchè possiamo gestirle direttamente, ma non escludiamo nulla".
Matteo Marcello