di Massimo Benedetti E’ arrivata la resa dei conti per i protagonisti degli scontri, sia dentro lo stadio che fuori, avvenuti il 22 maggio scorso in occasione della partita Spezia-Napoli, nell’ultima gioranata del campionato di serie A dove entrambe le squadre non avevano più nulla da chiedere. Le indagini condotte dalla digos della questura spezzina, in collaborazione con i colleghi di Napoli, cooordinate dal procuratore capo Antonio Patrono che quel giorno era presente allo stadio, sono state chiuse e sono in corso di notifica oltre cinquanta daspo e denunce. La maggioranza riguarda tifosi del Napoli, una quarantina circa, che si sono resi protagonisti di episodi di violenza ripresi dalle telecamere di sicurezza dello stadio. Molti di loro che erano nel settore riservato agli ospiti della curva Piscina invasero il campo, armati di aste e bastoni, per andare allo scontro frontale con i supporters dello Spezia nel vicino settore. Qualcuno scavalcò il divisorio in vetro per colpire a cinghiate gli spezzini. La partita fu sospesa per 12’ e la notizia ha fatto il giro del mondo. Per procedere al riconoscimento, considerando anche che la maggior parte dei facinorosi avevano la testa coperta con cappucci, c’è voluto tempo. E un lavoro certosino. Ma dopo poco più di due mesi le indagini dirette dal vice questore Gianluca Cariola, dirigente della digos della Spezia e dai suoi ispettori ed agenti ormai espertissimi nei servizi allo stadio, con la collaborazione dei colleghi di Napoli, hanno prodotto il risultato sperato. Sarebbero infatti cinquantotto le persone riconosciute e ieri è arrivato il primo daspo di cinque anni per un tifoso napoletano di Jesolo, in provincia di Venezia. Si tratta di un cinquantenne che lavora come oss, ha moglie e figli ma evidentemente quando va allo stadio, si trasforma. Sarebbe uno di coloro che hanno partecipato agli scontri ...
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