No alla ’città mangiatoia’: "Dare un’identità al cibo"

Martina Riolino (Giovani Fipe) prende posizione sulle accuse dello chef Bottura "Importante sottolineare l’importanza sociale del mondo enogastronomico".

No all’immagine di una ’città mangiatoia’, con l’aumento esponenziale del numero di ristoranti a discapito della qualità del cibo servito. Un sos lanciato nei giorni scorsi da Massimiliano Bertagna, alias ’Fishbone Chef’, con una carriera di oltre 30 anni anni fra Spezia, varie località in Italia e all’estero. "Oggi ci sono 50 ristoranti dove prima ce n’erano dieci: se si lavora sui grandi numeri e non sulla cura, chi è impreparato si vede" la sua accusa. Un tema sul quale prende posizione la presidente di giovani Fipe La Spezia Martina Riolino che nei giorni scorsi ha partecipato al festival “C’è + Gusto a Bologna”. Da qui l’idea di lanciare un "Modello Bologna per contrastare l’immagine della Spezia come mangiatoia: il cibo è identità e dimensione sociale". ’Siamo quello che mangiamo’ è stato questo lo slogan dell’edizione 2023 del festival dei sapori “C’è + Gusto a Bologna” svoltosi a Bologna sullo sfondo di Palazzo Re Enzo: tante stelle italiane del settore della ristorazione come Bottura, Romito, Bartolini, Oldani e Genovese con Ducasse e la migliore cuoca al mondo Elena Reygadas, si sono alternati a eventi e talk sull’attualità e l’importanza del cibo nella nostra cultura. E’ stato possibile per i visitatori assaggiare caviale, the, il miglior cioccolato del mondo, degustare in anteprima il Barolo del 2020 e le migliori birre e conoscere la semplicità dell’abbinamento tra mozzarella di Bufala Campana Dop e il prosciutto di San Daniele Dop.

L’obiettivo principale era dunque educare al cibo, declinato nel senso di liberare il nostro rapporto con esso, riuscire ad assaggiarlo, abbinarlo e di imparare a farlo meglio. "Un evento illuminante – sottolinea Riolino – ho ascoltato la chef Elena Reygadas, miglior donna chef del mondo dalla classifica dei World’s 50 Best Restaurants e proprietaria del ristorante ’Rosetta’ di Città del Messico, parlare dell’importanza di pensare al lavoro del cuoco oltre la funzione edonistica, immaginando il ristorante come una piattaforma di riflessione e un contributo positivo alla società". Riolino fa poi un plauso anche a Massimo Bottura "e al suo pensiero sull’importanza dell’identità culturale del cibo, attraverso il quale è possibile creare mescolanza e sulla dimensione sociale della cucina attraverso i suoi progetti Food for Soul e No Waste nelle sue cucine. Tanti gli spunti di riflessione da portare nella nostra città per contrastare l’immagine di “mangiatoia” di cui è accusata, sottolineando invece l’importanza identitaria e sociale del mondo eno-gastronomico che ci circonda".