"Nessun sostituto nel ruolo di Macìa. Non ci sono giocatori big incedibili"

L’ad Gazzoli chiarisce gli orizzonti. "Non siamo costretti a sfoltire ma farlo aiuta". Un grazie per i tifosi. Sul nodo vendita: "I Platek sono aperti, ma solo con partner capaci di garantire serietà e competitività".

"Nessun sostituto nel ruolo di Macìa. Non ci sono giocatori big incedibili"

L’amministratore delegato dello Spezia Calcio, Andrea Gazzoli

Vendita del club e dei calciatori big, tifosi, stadio, licenziamento di Macia. Per sviscerare meglio e, dove possibile, per chiarire questi argomenti, lo Spezia, attraverso la voce dell’amministratore delegato Andrea Gazzoli, ha voluto convocare ieri una conferenza stampa. "Punti di nostro interesse", da approfondire, ha spiegato subito il dirigente. "Da quando sono arrivato – ha esordito Gazzoli – chi fa parte della famiglia Spezia, lavora per il bene del club. Tutti lo abbiamo a cuore, in primis i Platek. Da contraltare c’è il ringraziamento ai tifosi, sono loro la stella polare e i quasi 4.000 abbonamenti stipulati sono un segno di grande attaccamento".

Poi, andiamo per punti. Innanzitutto Macia, perché l’avete licenziato?

"Quando c’è un episodio come è stata l’interruzione del rapporto con Macia, ci deve essere il rispetto delle parti. Sono nate divergenze con la società, lo dico senza entrare nel merito. Non cerchiamo un suo sostituto, Stefano Melissano ha fatto finora un ottimo lavoro, ha conoscenze e relazioni. Per quanto mi riguarda posso dare un consiglio, ma la mia responsabilità non è tecnica, resta quella di trovare soluzioni dal punto di vista finanziario".

Il mercato potrebbe stravolgere la squadra?

"È normale che si possano cedere i calciatori importanti, il nostro compito rimane di prendere un elemento a 20 lire e portarlo alla rivendita a 100, lo fanno tutte le squadre. Nessuno vuole intaccare quanto costruito l’anno scorso, qualsiasi intervento non intende mutare il livello di competitività della rosa. La Serie B è una brutta bestia".

Andiamo diretti: Salvatore Esposito, Daniele Verde e Przemyslaw Wisniewski, tutti con stipendi elevanti. Ritiene qualcuno di loro (o altri) comunque incedibile?

"È un concetto tirato, nessuno lo è. Non mettiamo certo l’etichetta come in un negozio, siamo attenti però. Nel campionato passato abbiamo avuto tanta paura, la stagione è lunga e c’è una finestra di mercato a gennaio. Vedremo. D’altra parte, per ora, non ci sono vere e proprie offerte, ma tante interlocuzioni. Reca? Non ci sono novità".

Il monte ingaggi quanto sta incidendo sulle scelte?

"È ancora molto alto, non dico da Serie A, ma diversi contratti sono elevati. Le spese complessive sono intorno ai 20 milioni e non c’è la sostenibilità per il bacino che la città può offrire".

Ma c’è necessità di sfoltire?

"Non è un’esigenza particolare, non siamo costretti, però è utile per un migliore equilibrio economico. E tutto questo è sempre stato condiviso con l’allenatore D’Angelo".

La famiglia Platek vuole vendere lo Spezia?

"Due mesi fa è stato detto chiaramente: se c’è qualche partner che riesca a mantenere la serietà e la competitività, ben venga, i Platek sono aperti. Ma è una cosa che sta sopra di me, che tratta direttamente la proprietà. Parliamo di chi ha fatto decine di milioni di ricapitalizzazione. Non so perché siano stati fatti ragionamenti sbagliati sui pagamenti, ma il 7 luglio sono stati pagati gli stipendi di giugno ad esempio. Le garanzie sono state superate grazie alle operazioni mosse entro la fine di luglio. Così come la scadenza del 9 agosto, già ottemperata in questi giorni".

Poi c’è la questione Picco...

"La società sta rispettando tempi e modi, entro il 24 agosto saranno finite le fondazioni in modo da avere il Picco disponibile. A dicembre, dopo un investimento di 11 milioni dei Platek e di 4 tra Regione e Comune, si potrà vedere una struttura ben diversa da quella che ha visto la promozione nel 2020".

Marco Magi