Molo Crociere, il cantiere slitta L’area Paita resta per ora a Lsct

Oggi sarebbe dovuta avvenire la seconda cessione programmata ma la gara è ancora in itinere. A fine anno il termine per l’aggiudicazione dell’appalto da 50 milioni di euro, di cui 30 dal fondo Pnrr

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Il termine non era perentorio ma pur sempre evidenziato nelle slide presentate pubblicamente in varie sedi per spiegare il futuro del porto. Secondo queste oggi, sulla scia delle intese tra Autorità di Sistema portuale e La Spezia Container Terminal per l’espansione di questa a levante, avrebbe dovuto perfezionarsi il rilascio – dalla società terminalista all’ente di via del molo – della seconda porzione di calata Paita sulla via dell’ambito recupero urbano (dopo i primi 5.000 rilasciati il primo gennaio scorso, teatro di infrastrutturazione precaria): 1500 metri quadrati funzionali all’avvio dei lavori del nuovo molo per le navi da crociera, con due banchine da 393 e 339 metri. Del cantiere non c’è traccia. Scavando nei documenti firmati dalle parti, nel luglio 2021, emerge che restava inteso che in caso di slittamento dei tempi di esecuzione delle opere "per ragioni non preventivabili" doveva essere "concordata una diversa tempistica di rilascio dell’area". Della serie: "Non è un problema sul piano degli accordi e dell’esecuzione dell’opera". Questo il leit motiv raccolto negli uffici dell’Authority dove viene indicato nella fine dell’anno il termine ambito per l’aggiudicazione dell’appalto da 50 milioni di euro, 30 dei quali attingibili dal fondo complementare del Piano nazionale di resistenza e resilienza, i rimanenti dalle capienti casse dell’Adsp.

Ieri si sono chiusi i termini per la presentazione delle candidature alla gara. Top secret, per ora, il numero delle imprese in corsa: ci sono da aprire le buste con i report sui requisiti tecnici per accedere alla gara ristretta. Resta il fatto dello slittamento sui tempi ambiti quando, nel luglio del 2021, non erano nemmeno ipotizzabili i problemi maturati su scala globale: la guerra in Ucraina, l’aumento del costo delle materie prime e della bolletta energetica. Sullo sfondo resta il tema della fruibilità dei fondi europei connessa al rispetto delle tempistiche sulle quali potrebbe pesare l’eventuale lentezza di composizione del nuovo governo dopo le elezioni.

Allo stato degli atti c’è una scadenza certa: per godere dei 30 milioni del Pnnr occorre finire il molo Crociere nel 2026. L’Autorità portuale conta di finire molto prima. La durata dei lavori indicata nel procedimento di gara è di 710 giorni "naturali e consecutivi": poco meno di due anni dall’avvio del cantiere. Quello che avrebbe dovuto essere incardinato oggi. "È del tutto superfluo sottolineare che data la grande complessità dei procedimenti incrociati fra loro i cronoprogrammi possono sempre subire delle modifiche" dice il presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva (nella foto)

Intanto, sul fronte delle grandi opere all’orizzonte, ieri si è perfezionato un passaggio importante: l’aggiudicazione dell’incarico per la redazione del progetto esecutivo del dragaggio dei fondali del terzo bacino e del canale navigabile (lavori preventivati per 36 milioni di euro). Una sola l’offerta pervenuta, con un ribasso del 51 per cento sulla base d’asta. Lo ha prospettato, con un’offerta pari a 94mila euro, un raggruppamento tecnico di imprese costituito da Hidrogeo Ingegneria Srl (mandataria), Bioscience Reserch Center Srl ed Hera (mandanti). Un bel risparmio sulle previsioni di spesa. Senza contare che una sola offerta significa nessuno ricorso. L’Rti può intanto organizzarsi in attesa di due dati imprescindibili per la redazione del progetto sulle modalità del dragaggio e l’allocazione dei fanghi: l’esito finale della caratterizzazione dei fondali, l’esito dei test sull’utilizzo del fango dragato per la miscela col cemento al fine della realizzazione delle vasche di colmata.

Corrado Ricci