MARCO MAGI
Cronaca

Moby Dick secondo Preziosi: "È l’avventura dell’animo umano"

Domani sera l’attore apre il ’La Spezia Festival’ presentando l’adattamento del racconto leggendario

Moby Dick secondo Preziosi: "È l’avventura dell’animo umano"

Da Otello a Giulio Cesare, passando per Prometeo e Raffaello. Di letture, Alessandro Preziosi, ne ha proposte già tante e arriva alla Spezia, per aprire il ‘La Spezia Estate Festival’ sul palco di piazza Europa (domani alle 21.30), presentando il leggendario ‘Moby Dick’, nell’adattamento di Tommaso Mattei.

Aveva già approcciato, magari in gioventù, il capolavoro di Melville?

"Non è mai stato fra i miei personali libri di formazione – esordisce il popolare attore – , anche perché molto spesso si ha il mito che determinate figure rimangano intoccabili. È un grave errore, a cui può riparare l’attore, crescendo e avvicinandosi ad una letteratura più consistente".

Quali temi affronterà?

"È una grande avventura dell’animo umano. Perché questa lotta tra il bene e il male raccontato metaforicamente, che si scontra con il mistero dell’irraggiungibilità della conoscenza, nel mondo del mare, di cosa spinga l’uomo nelle sue assurde vendette personali, mira a comprendere ciò che fa parte del mistero della vita".

Cosa trasmette, invece, ai bambini e ai ragazzi?

"La stupenda impresa del giovane, nella meravigliosa figura di Ismaele, colui che sopravvive col disincanto, l’ingenuità e la libertà della mente. Dà, infatti, ai ragazzi gli strumenti per relazionarsi con il mare e la sua bellezza. Quell’aspetto magnetico, ipnotizzante che a volte i giovani condividono nella leggerezza del periodo estivo e che li affascina. Non si rendono conto di come questo mondo accarezzi una dimensione, l’inconscio. E che sia il motivo per cui capiti sovente di riflettere: ‘perché quando mi trovo davanti al mare penso alle cose più belle della vita?’".

Avere un obiettivo è importante, come non farla diventare un’ossessione?

"È l’impotenza, la mancanza originale a cui non si riconosce una sua legittimità. Di frequente l’ossessione nasce dal non potere agguantare la meta e dalla non accettazione della sconfitta morale. Nei confronti della natura in questo caso, come il capitano Achab, di chi intenda scalare delle vette inarrivabili".

Performance teatrali o letture?

"La lettura è quanto di più immediato e condivisibile ci sia in uno spettacolo dal vivo. Non c’è nulla di così naturale dal punto di vista recitativo, nella comprensione del profondo significato e nell’evocazione. La lettura è la più totale libera esperienza di immedesimazione, che la storia rappresenti. Ismaele e Achab, ognuno di loro ci dà la possibilità di un rispecchiamento, ognuno di noi può trovare in se stesso qualcosa che appartiene ai personaggi".