MATTEO MARCELLO
Cronaca

"Mio figlio in braccio l’emozione più grande In casa mi divido fra Harry Potter e... pulizie"

Il neo papà Riccardo Marchizza si racconta, dal debutto in A al primo gol in nazionale. "Il Covid? Una brutta esperienza, mi hanno assistito i genitori"

di Matteo Marcello

In poco più di due mesi sono arrivati l’esordio in Serie A alla Scala del calcio, il primo gol con la Nazionale Under21 e soprattutto, pochi giorni fa, la grande gioia per la nascita del figlio. Neppure il Covid-19, che lo ha fermato qualche settimana, ne ha impedito l’ascesa. Un momento d’oro per il romano Riccardo Marchizza, 22enne terzino dello Spezia, che si racconta alla Nazione.

Da una settimana è diventato papà, benvenuto al piccolo Mattia. Si dice che l’arrivo di un figlio cambia la vita: la sua è già cambiata?

"Di colpo il bambino diventa il primo pensiero. Quando abbiamo saputo che Giorgia era incinta, eravamo contenti perché volevamo tanto avere un bambino, però non realizzi davvero fino al momento in cui viene al mondo. Il primo contatto è stato stupendo, un’emozione enorme quando l’ho preso in braccio".

È ripartito da Roma per tornare alla Spezia subito dopo il parto: quanto è stata dura?

"Sono stato un po’ male al pensiero di non poter stare col bimbo e Giorgia, però fa parte del mio lavoro. Loro adesso sono a Roma, dopo la sosta natalizia torneremo assieme alla Spezia".

Matrimonio in vista?

"In questo momento non è la priorità, ma ci stiamo pensando".

Che rapporto ha con le faccende domestiche?

"Con Giorgia ci siamo sempre divisi i compiti. Ho la fortuna di avere vicino una ragazza intelligente, io faccio la mia parte: mi piace passare l’aspirapolvere, ma non stirare".

Da Tor Lupara alla Serie A. Come è scoccata la scintilla col calcio?

"I miei genitori dicono che sin da piccolo il pallone era l’unica cosa che mi faceva stare buono, ma ho fatto penare mia madre perché a casa ho sfondato tante finestre con mio fratello Filippo. Mi iscrissero alla scuola calcio a Tor Lupara, la Roma mi notò in un torneo e chiamò mio padre per un provino".

Dieci anni alla Roma vincendo tutto a livello giovanile...

"Ci siamo tolti tante soddisfazioni, sono stati anni importanti".

In famiglia chi l’ha incoraggiata di più nei suoi primi passi da calciatore?

"Ho la fortuna di avere genitori che non mi hanno mai messo pressione. Nei settori giovanili succede spesso che i genitori siano ossessivi, per me non è stato così: mio padre ancora oggi mi ripete spesso una frase, ‘quando smetterai di divertirti, non giocare più’, anche io la penso così. E poi ho la mia compagna che mi sta molto vicino, e c’è mio fratello: gli voglio un bene dell’anima e spero che anche lui nella vita possa realizzarsi".

C’è qualche giocatore a cui si ispira?

"Quando ero difensore centrale mi ispiravo a Giorgio Chiellini. Ora però ho cambiato ruolo".

Chi è il suo idolo?

"Non ne ho mai avuti, ma ho avuto persone che sono state importantissime nella mia vita, come Bruno Conti, che è stata la prima persona che ha creduto in me, e Daniele De Rossi, esempio dentro e fuori dal campo".

Cosa avrebbe fatto se non avesse fatto il calciatore?

"Probabilmente avrei affiancato mio padre in azienda (Giancarlo Marchizza è titolare di un’azienda specializzata nella produzione di pavimenti in legno; ndr). Per come sono fatto, sarebbe stato giusto seguire le sue orme".

Lei è stato contagiato dal virus Covid-19. Ci racconta la sua esperienza?

"È stata difficile anche sotto il profilo mentale. Ero con la Nazionale Under21, alle prime positività un po’ mi ero preparato al fatto che avrei potuto prenderlo, dato che eravamo stati tutti assieme. E infatti quattro giorni dopo sono risultato positivo. Sono stato male: ero sempre stanco, ho avuto febbre alta e un forte raffreddore, e non sentivo più gli odori. È stata una brutta esperienza, ma ho avuto la fortuna di fare la quarantena a casa mia a Roma, assistito dai miei genitori".

C’è un messaggio che vuole dare ai giovani?

"Il mio consiglio è di non prendere la situazione sottogamba, di stare attenti e rispettare le regole".

Libro, film e canzone preferita?

"Mi piace la saga di Harry Potter, il film che mi piace e che ho visto di più è ‘Troy’, mentre la canzone che sto ascoltando di più proprio in questi giorni è ‘Meravigliosa creatura’ di Gianna Nannini. La musica mi piace molto: ascolto tanti brani italiani, ma anche quelli latino americani".

Nel tempo libero gioca ancora a Padel?

"Di solito ci gioco a campionato terminato, ma quest’anno abbiamo finito tardi. Però mi piace come sport, io e mio fratello spesso da piccoli giocavamo a tennis".

Che rapporto ha con i social?

"Gli do il giusto peso, penso che si debba mantenere un minimo di riservatezza. Sono comunque uno strumento importante, che hanno aiutato molto soprattutto durante i mesi di lockdown".

Cosa le piace della nostra provincia?

"Ci sono posti bellissimi, a me e alla mia compagna piace molto Lerici".

Romano e romanista: spera un giorno di poter tornare a giocare a Roma?

"Alla Roma sono cresciuto, tornare a vestirne la maglia è uno dei miei sogni. Se non accadrà, il calcio comunque non inizia e non finisce a Roma".

E alla Nazionale un pensiero lo fa?

"E chi non lo fa...?"