REDAZIONE LA SPEZIA

Maxi sequestro di mascherine-colabrodo

Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane smascherano l’importazione beffa di 241mila dispositivi pericolosi per gli ospedali.

Nella lotta a scongiurare il contagio, la scoperta si è fatta salvezza. E’ quella di un imponente fornitura dalla Cina di mascherine colabrodo che, invece di bloccare la diffusione del coronavirus, avrebbero potuto favorirne la diffusione proprio là dove la battaglia è stata, e potrà essere, campale: negli ospedali. Il pericolo è stato sventato grazie all’inchiesta sviluppata dagli investigatori del Gruppo della Guardia di Finanza della La Spezia, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Il risultato è quello di un imponente sequestro di dispositivi di sicurezza farlocchi - 241.216 mascherine, di cui 80.000 chirurgiche e 161.216 FFP2 - prima che venissero "immessi" nel sistema sanitario.

I fatti. Dopo una mirata analisi dei flussi di merci, attraverso documenti e banche dati, effettuata dal Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane della Spezia, il personale della Guardia di Finanza e delle Dogane ha effettuato un accesso presso una società importatrice di Santo Stefano Magra, la Natali Alessandro Spa, che aveva ottenuto un contratto di fornitura dall’Azienda Ospedaliera di Parma per la consegna - in diversi lotti - di 1.100.000 mascherine di tipo chirurgico e FFP2.

Gli approfondimenti hanno fatto emergere che tutte le mascherine, sia di tipo chirurgico che filtranti di tipo FFP2, importate dalla società della Val di Magra, risultavano non conformi alle normative vigenti.

Smascherato l’inghippo: all’atto della dichiarazione doganale l’importatore aveva presentato certificati di conformità rilasciati da enti non autorizzati. La circostanza non è sfuggiata all’occhio clinico di finanzieri e doganieri. "I prodotti non potevano essere importanti perchè non rispettavano i requisiti di sicurezza; diffusi, avrebbero esposto ad un serio pericolo di contagio gli utilizzatori, costituiti in gran parte da operatori sanitari" spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza Massimo Benassi. E’ così scattato il sequestro preventivo delle mascherine giacenti nel deposito e anche di quelle già consegnate all’ospedale di Parma e agli ospedali della Spezia e Sarzana, che le avevano ricevute dal primo nel periodo di emergenza. "Il sistema di controllo degli ospedali aveva individuato in tempo la non conformità delle mascherine: queste, dunque, non sono mai state distribuite al personale sanitario" rivela Benassi, evidenziado così anche l’importante contributo conoscitivo, e salvifico, giunto dall’Asl.

Corrado Ricci