"Macché contratto, faccio solo volontariato"

La consigliera di Liguria popolare, in attesa di un lavoro, aveva deciso di aiutare gli uffici senza compenso. Ma il gesto è stato equivocato.

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In attesa di un nuovo lavoro ha deciso di impegnare parte del suo tempo come volontaria per aiutare gli uffici comunali, da tempo in affanno per poco personale. Un impegno lodevole che però più di qualcuno ha travisato, ipotizzando che quelle prestazioni siano in realtà retribuite dallo stesso Comune. Succede a Calice al Cornoviglio, e l’involontaria protagonista della vicenda è la consigliera comunale Alessandra Cacciavillani, capogruppo dell’opposizione in quota Liguria Popolare, che si è vista perfino costretta a intervenire pubblicamente per stigmatizzare le false voci di paese e sottolineare l’impegno a ‘stipendio zero’ portato avanti da qualche settimana.

"Sono costretta a difendermi solo perché faccio attività di volontariato, mi sembra una cosa assurda – spiega senza mezzi termini la capogruppo della minoranza –. Da un paio di settimane ogni mattina mi reco in comune per dare una mano agli impiegati, che sono in numero ridotto. Non mi occupo delle pratiche, questo è chiaro, perché si tratta di compiti che devono fare gli impiegati, perché qualificati. Piuttosto, sollevo i dipendenti da quelle piccole cose che, sommate, tolgono tempo alle vere attività, come rispondere al telefono, e cose similari". In poco tempo l’impegno civico della consigliera ha spinto alcuni ad insinuare che dietro l’impiego volontario ci fosse un vero e proprio contratto di lavoro, e dunque una retribuzione. "Non ho nessun contratto di lavoro, né a progetto, né a tempo determinato: faccio solo volontariato civico. Cosa significa? Che mi sono resa conto che il nostro Comune versa in condizioni penose – puntualizza la consigliera comunale – e che offrendo un po’ del mio tempo, cosa che ho fatto sempre negli anni, prima con l’associazione Arguaduma, poi in Croce Rossa e ora in Comune, sollevo un po’ di carico agli altri"

E aggiunge: "Purtroppo sono arrivate anche a me le voci su un presunto progetto stipendiato, che non sono vere: per questo invito i concittadini a chiamarmi quando vogliono sapere la verità delle mie azioni, chiedano direttamente informazioni e avranno la verità, non quella di un telefono senza fili. Purtroppo è nella mia indole dare, altrimenti non sprecherei tempo, denaro e fatiche anche per la politica locale". Dalla consigliera non solo parole tese a stigmatizzare le voci che circolano in paese, ma anche di soddisfazione perché "finalmente ho raggiunto un obbiettivo cercato per undici lunghi anni: che il gruppo di minoranza possa condividere progetti per il Comune lavorando assieme e non facendo guerre per partito preso".

Matteo Marcello