
Lsct, scatta l’ora del rilancio: "Recuperato il sistema Spezia". Terzo bacino pronto nel 2026. Nuovi mercati da conquistare
Per vedere operativo il terzo bacino portuale bisognerà aspettare il 2026, mentre potrebbe arrivare prima – tra il 2024 e il 2025 – la cessione alla città della porzione rimanente di Calata Paita. Nel frattempo, gli obiettivi sono quelli di una valorizzazione del Molo Fornelli attraverso il totale revamping delle gru e dei mezzi, e del potenziamento di Molo Garibaldi quale attracco delle navi provenienti dai porti del nord Africa, secondo il piano di sviluppi di nuovi traffici con cui si punta a eguagliare i risultati eccellenti del 2018. Per Contship, terminato il tempo dei silenzi e delle battaglie (coi soci così come con i sindacati) è tempo di mettersi la crisi alle spalle. Gli annunci sono quelli attesi, ovvero di una società che vuole puntare ancora sul porto cittadino. È Matthieu Gasselin, Ceo di Contship Italia Group a tracciare la rotta. "In questi mesi abbiamo lavorato soprattutto sul Sistema Spezia, per rimettere al centro quello che è stato il successo del terminal spezzino, che è venuto a mancare nei momenti di crisi, penalizzandoci. Con l’Autorità portuale i rapporti sono all’insegna della piena condivisione, con Msc c’è una relazione più che buona: il contratto è fino alla fine del 2024 ma spero di andare avanti per altri cinquanta anni. Stessa cosa con i sindacati, dopo qualche tensione iniziale ci siamo capiti. Adesso vogliamo lavorare sugli investimenti e sui volumi". I primi sono strettamente legati al terzo bacino portuale: 232 milioni per creare, negli spazi storicamente occupati dalle marine del Canaletto, banchine super automatizzate in grado di accogliere le mega navi portacontainer. "Entro fine anno pubblicheremo la gara d’appalto – ha spiegato Gasselin – e sarà il terminal più avanzato d’Italia. Tra il 2024 e il 2025, in accordo con l’avvio di altri lavori che non dipendono da noi, restituiremo tutta la Calata Paita alla città". Il riferimento, neanche troppo velato, è ai lavori di dragaggio da 40 milioni così come alla realizzazione della nuova stazione ferroviaria della Spezia Marittima, promossi dall’ente portuale, e del molo crociere. "Spero che i lavori non intaccheranno i binari di Calata Paita, perchè potremmo andare incontro a un potenziale deficit di capacità ferroviaria" dice l’ad di Lsct.
In attesa del terzo bacino, l’obiettivo è potenziare l’esistente: nei prossimi messi saranno ammodernate tutte e undici le gru, così come i mezzi d’opera, e saranno potenziate le attività di manutenzione e di sicurezza. E il Molo Garibaldi? Se da un lato l’estensione è prevista solo fra alcuni anni, dall’altro il molo – che non è in grado di accogliere le navi più grandi – potrebbe diventare centrale per permettere al terminalista di potenziare e valorizzare i collegamenti con i porti del nord Africa, uno dei mercati su cui punta Contship per il rilancio del porto spezzino. "Tra i paesi del nord Africa e l’Italia c’è un potenziale non ancora evidente ma sta importante" dice Gasselin,che traccia anche gli obiettivi a breve termine sui volumi del terminal. "Vogliamo recuperare il terreno perso, questo ottobre rappresenta un piccolo segnale di moderato ottimismo, in quando i dati del mese sono in linea con quelli del 2022 e 2021. Stimiamo di chiudere l’anno a 630mila movimentazioni, per l’anno prossimo ci aspettiamo almeno 700mila movimentazioni: c’è ancora un ritardo nella ripresa dell’import asiatico, ma ci sono altri servizi che funzionano bene. Torneremo ai volumi del 2018, iI nostri investimenti sono mirati per tornare a 1.7 milioni di teus. Solo così Spezia potrà nuovamente competere con Genova, configurandosi come reale alternativa per la posizione geografica".
Matteo Marcello