L’emergenza in Mar Rosso. In missione il Caio Duilio

Partito domenica dalla Base navale spezzina. Presente anche il Martinengo. Crosetto: "Garantiremo la presenza di una nostra unità per dodici mesi" . .

L’emergenza in Mar Rosso. In missione   il Caio Duilio

L’emergenza in Mar Rosso. In missione il Caio Duilio

Ha lasciato la Base navale spezzina nel primo pomeriggio di domenica, e nei piani dovrebbe essere nel teatro operativo fra un paio di settimane, in linea con gli accordi europei. Il cacciatorpediniere lanciamissili Caio Duilio è una delle prime risposte dell’Italia alla crisi del Mar Rosso, causata dagli attacchi delle milizie Houthi. Nave Duilio, varata a Riva Trigoso e allestita nello stabilimento Fincantieri del Muggiano, è operativa dal 2009. Per duttilità e finalità è sicuramente tra le unità più adeguate, assieme alle Fremm, per fronteggiare la pioggia di missili delle milizie. Sarà il Duilio, dunque, a rappresentare la ’quota italiana’ nell’ambito della missione europea Aspides che mira a pattugliare l’imboccatura meridionale del Mar Rosso, un’area compresa tra il golfo di Aden e lo stretto di Bab el Mandeb, al fine di proteggere le portacontainer? I contorni della controffensiva dell’Ue finalizzata a tutelare i traffici commerciali non sono ancora ben definiti ma di certo le ultime dichiarazioni rese ieri dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, fanno pensare a un impegno piuttosto prolungato nel tempo. Il ministro, che ha sottolineato nel corso della relazione alla Commissione Difesa della Camera come in quell’area l’Italia sia già presente con assetti navali e personale in tre missioni internazionali – Atalanta, dove la Fremm Martinengo si appresta a diventare flagship, e poi Emasoh e la Task Force 153 della Combined maritime forces – ha evidenziato che l’obiettivo italiano nell’ambito della missione europea sarà quello di "garantire la sostenibilità nell’impiego continuativo di almeno una nave nel Mar Rosso per 12 mesi, e valutiamo anche l’invio di assetti aerei". Ciò potrebbe significare che il sostegno operativo alla missione potrebbe essere garantito attraverso una staffetta tra più navi. "L’Italia – ha ribadito Crosetto – manterrà permanentemente almeno una unità navale nazionale nel Mar Rosso e supporterà, in maniera diretta o indiretta, le operazioni difensive che abbiano il mandato di tutelare la sicurezza e il diritto internazionale. Quando il processo decisionale sarà concluso, la Difesa potrà valutare più compiutamente quale contributo operativo fornire".

Matteo Marcello