L’antenna telefonica della discordia "Deturpa un’area storica di Lerici" Ma la vicenda finisce in tribunale

Colosso delle telecomunicazioni si è visto respingere il progetto di una nuova stazione radio base. La Soprintendenza ha espresso giudizio negativo chiedendo di utilizzare ’i tralicci già esistenti in zona’.

L’antenna telefonica della discordia  "Deturpa un’area storica di Lerici"  Ma la vicenda finisce in tribunale
L’antenna telefonica della discordia "Deturpa un’area storica di Lerici" Ma la vicenda finisce in tribunale

È guerra legale sulla mancata installazione di una nuova antenna sulle colline lericine. Uno dei colossi delle telecomunicazioni, che si è visto respingere il progetto per l’installazione di una nuova stazione radio base di telefonia cellulare sopra il tetto di un edificio storico, ha impugnato il diniego al Tribunale amministrativo regionale. Una vicenda che La Nazione aveva trattato già lo scorso marzo, quando gli uffici comunali conclusero negativamente la conferenza dei servizi, negando l’installazione sulla base dei pareri espressi dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Liguria, e dalla Commissione locale per il paesaggio. Il progetto prevedeva il posizionamento di tre nuove antenne e altrettante parabole su un palo di 4,50 metri collocato sul tetto di un edificio in località Valle, nei pressi di via Militare, sulle colline lericine: a stopparlo, le criticità paesaggistiche che avrebbe comportato proprio l’installazione della nuova infrastruttura. A indirizzare l’esito della conferenza era stato proprio il parere negativo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Liguria, che nel proprio provvedimento oltre a sottolineare come l’area oggetto dell’intervento rientrasse in una zona dichiarata negli anni Cinquanta e negli anni Ottanta di notevole interesse pubblico sotto il profilo paesistico, aveva specificato anche che "l’intervento proposto non risulta conforme agli obiettivi di tutela dell’area", in quanto l’installazione delle antenne sulla copertura di un edificio storico "di valore testimoniale caratteristico e caratterizzante il paesaggio, si pone in contrasto con il vincolo che protegge espressamente il costruito di valore estetico, storico e tradizionale. L’impianto altera in modo significativo il manufatto storico con inserimento di un elemento tecnologico avulso e impattante".

Nel dispositivo la Soprintendenza aveva invitato il colosso delle telecomunicazioni, "al fine di garantire il servizio di pubblica utilità", a "effettuare un’attenta ricognizione delle possibili posizioni alternative, privilegiando l’utilizzo di tralicci esistenti, l’inserimento in aree già paesaggisticamente compromesse oppure luoghi che consentano un maggior livello di mitigazione degli impatti". L’azienda tuttavia non ha esitato a impugnare il provvedimento comunale, bussando alle porte del Tar con un ricorso che mette nel mirino non solo il Comune, ma anche la Soprintendenza e il ministero della Cultura. Nei giorni scorsi, la giunta comunale guidata da Leonardo Paoletti ha deciso di costituirsi in giudizio per difendere le proprie ragioni, affidando all’avvocato Federico Pardini la propria tutela legale.

Matteo Marcello