La sfida di Maria Vittoria. Prima ufficiale palombaro: "Ho superato i miei limiti". Imbascamento al Varignano

Sette professionisti degli abissi hanno ricevuto il brevetto dopo 10 mesi di addestramento "Può capitare qualche momento di sconforto, ma si impara presto ad andare oltre".

La sfida di Maria Vittoria. Prima ufficiale palombaro: "Ho superato i miei limiti". Imbascamento al Varignano

La sfida di Maria Vittoria. Prima ufficiale palombaro: "Ho superato i miei limiti". Imbascamento al Varignano

PORTO VENERE

La Marina è, sopra ogni cosa, equipaggio. Ovvero una squadra in cui tutti, a prescindere dalle proprie caratteristiche o peculiarità personali, si impegnano per raggiungere un obiettivo comune. Il sesso, le convinzioni politiche, il luogo di nascita sono elementi che diventano del tutto ininfluenti perché ciò che conta davvero è solo il merito, la capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà per cercare di superare sempre l’ostacolo che di volta in volta ci si trova di fronte. "E’ stato duro - dice Maria Vittoria Agostini, la prima donna ufficiale del Comsubin - così come lo è stato per gli altri miei fra di corso". In questa risposta, data a chi le domanda quali siano le sue sensazioni al termine dei 10 mesi di addestramento per diventare palombaro della Marina, è contenuto tutto l’orgoglio di avercela fatta senza nessuno sconto. I fra - ovvero i fratelli di corso - sono stati i compagni di avventura, coloro che hanno condiviso con lei un anno intensissimo. "Ogni giorno l’asticella di ciò che ci veniva richiesto veniva alzata, la sfida - spiega Maria Vittoria - è stata quella di superare, progressivamente, i propri limiti". Per raggiungere l’eccellenza servono pazienza e tenacia, e un ruolo fondamentale lo hanno gli istruttori, che diventano quasi una sorta di padri. "Durante l’addestramento può capitare qualche momento di sconforto, ma si impara presto ad andare oltre, è fondamentale per non perdere di vista l’obiettivo". La fortezza del Varignano per lei, 26 anni di Ascoli Piceno, è diventata un luogo che sa di famiglia. "Non so ancora dove sarò destinata, ma qui mi sentirò sempre a casa". Insieme a lei ieri mattina hanno ricevuto il brevetto altri sei giovani militari - due ufficiali, due graduati e due di truppa - , probabilmente si incontreranno nuovamente in giro per l’Italia e per il mondo, e il loro legame di amicizia durerà per tutta una vita. Nello schieramento dove vanno a prendere posto, dopo essersi levati il berretto da allievo e aver finalmente potuto indossare il prestigioso basco blu, si trova tra gli altri anche Chiara Giamundo, la prima donna ad essere diventata palombaro nel 2020. La sua foto con indosso lo scafandro tradizionale da 70 kg era subito diventata virale.

Ma nel caso di Maria Vittoria, sottotenente di vascello e quindi ufficiale, al peso dell’attrezzatura si aggiunge il peso del comando. Nelle profondità marine, tra le acque gelate, nella difficile operazione di disinnescare un ordigno sommerso, avrà la responsabilità di guidare la squadra a lei affidata. Il suo essere donna potrà allora forse anche essere un valore aggiunto, ma senza dubbio ora non ha rappresentato un qualcosa per rendere più morbido o dolce il suo percorso formativo. L’altezza delle sfide che la attende non lo ha potuto permettere. Niente artificiose quote rose come, qualche volta in maniera sciagurata, avviene nelle candidature politiche. Niente sconti. Nessuna scorciatoia. La Marina è innanzitutto meritocrazia.

Vimal Carlo Gabbiani