La sfida dell’idrogeno verde. I colossi della cantieristica puntano sulle emissioni zero

Bluegame di Sanlorenzo firma il tender d’appoggio alle barche volanti dell’America’s Cup. Baglietto rilancia col progetto B-Zero per alimentare gli yachts e gli stabilimenti produttivi.

La sfida dell’idrogeno verde. I colossi della cantieristica puntano sulle emissioni zero

La sfida dell’idrogeno verde. I colossi della cantieristica puntano sulle emissioni zero

Un tender d’appoggio alle ’barche volanti’ di America’s Cup, alimentato a idrogeno verde, capace di viaggiare a 50 nodi con un’autonomia di 180 miglia. Yachts di oltre 50 metri capaci di autoprodurre idrogeno con cui sostenere l’alimentazione assieme a batterie al litio. E aziende capaci di far fronte al fabbisogno energetico dei propri cantieri con l’idrogeno prodotto dall’acqua del mare. Non solo innovazione: nel Miglio Blu, la nuova sfida è la sostenibilità ambientale di barche che mirano a essere a ’impatto zero’. Una rotta importante, quella rilanciata con forza ieri nell’iniziativa organizzata da Confindustria Spezia nell’ambito della prima edizione della Giornata nazionale del made in Italy promossa dal Mimit. Eccellenze tutte spezzine, come la Bluegame, del gruppo Sanlorenzo, che due settimane fa ha varato il tender Bgh-Hsv, chase boat progettata per seguire le barche in gara durante le regate, completamente alimentata da fuel cells a idrogeno, che è stata scelta da American Magic e Orient Express Racing Team, challenger della trentasettesima edizione di America’s Cup. "Come azienda abbiamo provato a dare un segnale rispetto alle nuove sensibilità dei nostri clienti, che ci hanno portato a immaginare imbarcazioni che tengano conto dell’impatto ambientale. Non è solo una questione di etica ma di sopravvivenza delle aziende" ha detto Carla Demaria, ceo di Bluegame e amministratore esecutivo di Sanlorenzo, che punta tutto sull’idrogeno. "Ci crediamo molto, mentre crediamo che il full electric non sia una strada percorribile: servirebbe una tonnellata di batterie". Una strada, quella verso le barche alimentate a idrogeno, intrapresa anche da un altro marchio storico, Baglietto, che quest’anno taglia il traguardo dei 170 anni.

L’azienda, da dieci anni ha avviato una ricerca che l’ha portata non solo a installare sui propri yachts un sistema di produzione dell’idrogeno con cui alimentare buona parte dei sistemi, ma anche di fare di quel combustibile una fonte consistente con cui coprire il fabbisogno energetico dei propri cantieri, con un progetto pilota progettato e realizzato proprio alla Spezia. "Oggi non si può pensare che una nave possa essere alimentata solo con idrogeno o solo a batterie – afferma Guido Penco, direttore sviluppo tecnico di Baglietto –. Noi già dieci anni fa abbiamo iniziato a pensare a nuove soluzioni, e abbiamo pensato subito all’idrogeno come combustibile di complemento. Abbiamo progettato un sistema, il B-Zero, per produrlo a bordo della nave, con elettrolizzatori alimentati da pannelli fotovoltaici capace di produrre idrogeno dall’acqua del mare, con l’energia prodotta capace di integrare l’impianto propulsivo e i servizi. Abbiamo studiato un sistema identico a terra, per alimentare il cantiere direttamente con l’idrogeno prodotta dall’acqua del mare prelevata dalla banchina". Storie d’avanguardia come quelle di Fincantieri – che nell’intervento dell’Head Unmanned Systems Integration, Lino Magnoni, ha ribadito di voler giocare un ruolo da protagonista nella corsa agli abissi lanciata dal governo – ma anche tradizioni, solide radici attraverso cui la cantieristica ha trovato linfa per conquistare i mercati di tutto il mondo: come le storie del Rex e del Destriero, vincitori del Nastro Azzurro nel 1933 e nel 1992, vicende pregne d’ingegno spezzino ieri rievocate nell’evento di Confindustria.