REDAZIONE LA SPEZIA

La scuola in Tv: "Andiamo che c’è il maestro!"

Negli anni '60, il programma di Alberto Manzi era atteso ogni sera. Con passione e comunicazione, dava voce all'Italia rurale e alle persone comuni. Motivava gli alunni a raggiungere l'obiettivo, dimostrando che non è mai troppo tardi per imparare.

La scuola in Tv: "Andiamo che c’è il maestro!"

Parlando con chi c’era negli anni ’60, abbiamo avuto conferma di quanto fosse atteso ogni sera il programma di Manzi. "Andiamo che c’è il Maestro!" si diceva. Vederlo in azione, mentre disegnava, ha solleticato la nostra curiosità. Le sue parole non erano mai noiose, ma appassionate e comunicative. Non insegnava solo a leggere e a scrivere, ma dava voce al mondo di allora, non quello scintillante delle città in pieno boom economico, ma quello dei mille e mille paesini rurali, delle nonnine velate, degli uomini con il vestito della domenica ma le mani segnate dal lavoro. Loro erano i protagonisti e da loro partiva il maestro Manzi. Era l’Italia dove, anche in città, l’orto conviveva con l’officina, il fango sulle scarpe con la fabbrica. E nei bar, nei cinema, nei locali pubblici, dove c’era un televisore, milioni di italiani passavano insieme davanti allo schermo il tempo di una lezione, prima di rincasare: portavano con sé quaderno, penna o lapis, ascoltavano e si sentivano parte di quella immensa classe di 302.073 km² che è l’Italia. E Manzi era lì a motivare i suoi alunni, a farli sentire in grado di raggiungere l’obiettivo nonostante l’età avanzata, la disabitudine al mondo dei libri, la tradizionale rassegnazione dell’"ormai è tardi". No, non è mai troppo tardi. Nemmeno per chi come noi viene prevalentemente da altri Paesi, altre lingue, altre culture e spesso incontra qui in Italia la sua prima esperienza scolastica. Parola di Alberto Manzi.