La lezione del fungo Peronospora "Nelle vigne ad occhi spalancati"

L’enologo Baccigalupi mette in guardia contro i pericoli legati alla diffusione di questa patologia. Particolarmente esposte le aziende bio: "Rischiano numeri e qualità inferiori rispetto al previsto".

Il nemico dell’estate che ha messo in ginocchio la vigna porta il nome di Peronospora, un fungo in grado di attaccare e non dare scampo a tutti gli organi verdi della pianta e ai grappoli. Capace dunque di provocare danni enormi se non gestito bene. "Purtroppo – spiega l’enologo Giorgio Baccigalupi – molti produttori hanno pensato che fosse sparito dopo un paio d’anni di tregua. Siamo di fronte a un pericolo latente, un fungo del terreno che colpisce non appena si creano le condizioni ideali".

Ci sono situazioni più a rischio?

"Indubbiamente – prosegue – il problema lo hanno risentito soprattutto le aziende biologiche. E’ un nemico che non si combatte soltanto con il rame quindi anche le vecchie e tradizionali ramate che usavano i nostri nonni non servono più. Intanto perché è stata per legge dimunita la quantità da distribuire e poi perché una passata di rame può essere lavata dalla pioggia e quindi non produrre nessun beneficio. Chi ha affrontato in tempo il problema, ed è stato attento e puntuale nel trattamento, può anche non averne risentito ma altri hanno perso tanto e per loro la vendemmia non voglio dire che sarà quasi annullata ma sicuramente avrà numeri e qualità decisamente inferiori. Come ripeto sempre, nei vigneti non bisogna entrare a occhi chiusi ma imparare a lavorare e prevedere le situazioni".

A proposito di numeri e qualità. Cosa ci dobbiamo aspettare?

"E’ stata una stagione difficile – conclude Giorgio Baccigalupi – perchè abbiamo avuto periodi di pioggia nei momenti della maturazione, poi un caldo straordinario oltre che la malattia. Nonostante tutto a livello quantitativo siamo superiori allo scorso anno salvo casi, come dicevo, di gravi perdite del prodotto. Ma a livello di aziende di peso il pericolo sicuramente è stato evitato perchè l’attenzione è sempre altissima e il trattamento viene effettuato con rigore e puntualità. A grandi linee si spera di produrre qualcosina di più degli anni scorsi per garantire alle cantine di recuperare un po’ di vuoto. Ci sono casi di aziende che sono arrivate al lumicino e senza possibilità di vendita dopo le ultime vendemmie. La qualità dovrebbe essere la stessa, l’importante è far metabolizzare e asciugare la pioggia dei giorni scorsi. La vigna beve come tutte le piante e assorbe l’acqua quindi vendemmiando immediatamente si corre il rischio di avere uva ancora diluita. Diciamo che il periodo giusto è dal 5 settembre iniziando dalle aree più mature per poi salire in quelle ancora indietro nella maturazione".

Massimo Merluzzi