La grande lezione della paura. Dalle fiabe della buonanotte ai mille volti della maternità. Viaggio da brividi con Carrisi

Il celebre scrittore ha presentato al pubblico della Fondazione ’L’educazione delle farfalle’. Un’ora e mezzo di fitta conversazione con l’autore, tra risate e riflessioni sulla vita. .

La grande lezione della paura. Dalle fiabe della buonanotte ai mille volti della maternità. Viaggio da brividi con Carrisi

La grande lezione della paura. Dalle fiabe della buonanotte ai mille volti della maternità. Viaggio da brividi con Carrisi

Con una formazione assai precoce cominciata – ben prima della laurea in giurisprudenza e della specializzazione in criminologia – esattamente con la mamma che gli raccontava come fiabe della buonanotte fatti di sangue, fatti accaduti nel suo paese di Martina Franca e rielaborati opportunamente dalla nonna materna – si capisce perché Donato Carrisi sia diventato oggi l’autore italiano di thriller più apprezzato in Italia e all’estero, con romanzi bestseller di successo internazionale. Nato prima come sceneggiatore e regista e solo dopo come scrittore tanto che – confida – tutti i suoi libri hanno preso forma innanzitutto in atti e poi sono divenuti romanzi, Carrisi a partire da quello d’esordio, ’Il suggeritore’ del 2009 con cui si aggiudica il Premio Bancarella, è stato capace di inanellare un successo dopo l’altro; riproponendone alcuni anche sul grande schermo. Per il film ’La ragazza nella nebbia’ vince il premio David di Donatello nel 2018.

È stato con un ospite di questo calibro – che per l’occasione ha presentato il suo ultimo lavoro: ’L’educazione delle farfalle’, uscito lo scorso novembre per Longanesi – che si è aperta la seconda stagione della rassegna letteraria ’I libri, la città, il mondo. Conversazioni d’autore in Fondazione Carispezia’ organizzata dall’ente di via Chiodo. L’evento, a cura di Benedetta Marietti, ha avuto luogo presso la sede della stessa Fondazione registrando il tutto esaurito. L’incontro è stato presentato da Roberta Della Maggesa, caposervizio della redazione del quotidiano La Nazione della Spezia, che ha condotto l’autore in un dialogo che ha toccato il tema della maternità, quello del viaggio – reale e introspettivo –, e ancora il mondo, tutto personale, dell’infanzia del celebre scrittore, passando attraverso la definizione di emozioni forti e ataviche come la paura, di cui Donato Carrisi è maestro. "Inauguriamo oggi – ha esordito Roberta Della Maggesa – la seconda stagione di questa importante rassegna organizzata da Fondazione Carispezia. Un’iniziativa importante perché accorcia la distanza tra pubblico e autore. La grande partecipazione che questi incontri hanno registrato sin dalla prima stagione è il segnale che l’esperienza della lettura resta, ancora oggi, molto forte e radicata".

Titolo e maternità per un romanzo noir. "Il titolo – spiega Carrisi – deriva da una domanda che qualche anno fa, guardando un documentario, mio figlio mi rivolse chiedendomi se la farfalla sa di essere stata prima bruco. Mi sono allora chiesto se una madre sappia di essere madre prima di diventarla. Di più, quando si diventa genitori davvero? Ho sempre riflettuto sulla maternità perché, per noi padri, l’istinto alla genitorialità inizia almeno con nove mesi di ritardo. E allora, raccontare di maternità non potendola sperimentare e senza commettere errori era per me una sfida da raccogliere". E in questa sfida l’autore alza l’asticella, perché Serena, la protagonista del romanzo, è una brillante broker di successo – nell’alta finanza milanese uno ’squalo biondo’ –che, padrona del suo destino, ha deciso di non essere madre. "Serena – dice Carrisi – è un po’ la somma di tutte le madri e le donne che ho incontrato. Raccontare la storia di una donna che diventa madre malgrado non voglia, ed esaudisce infine quel suo desiderio quando ormai è troppo tardi, rappresentava una sfida in più". La protagonista è davvero un personaggio del tutto inedito nella produzione di Carrisi. "Volevo – racconta – innanzitutto creare un personaggio odioso ma di cui poi il lettore s’innamorasse perdutamente, tanto da dimenticare l’odio iniziale. Ma la mia pretesa mi ha portato, per la prima volta, a perdere il controllo. In qualche modo Serena controllava me, tanto l’avevo resa viva ai miei occhi".

Ma come in ogni romanzo noir che si rispetti, centrale è il ribaltamento del protagonista. "Tutti noi – afferma – siamo soggetti al cambiamento. Idea della nostra epoca è che le persone debbano rimanere immutabili tanto da poter essere divise in due rigide categorie: i buoni e i cattivi. In realtà gli esseri umani sono entrambe le cose. Sovvertire questi due ordini all’interno di un romanzo è lo scopo della narrazione e significa restituire sulla carta la complessità della vita vera e dell’essere umano".

Alma Martina Poggi