La coda fino in strada per Piera Sommovigo Il saluto della candidata sindaca alla città

Per il centrosinistra una presentazione in grande stile alla Sala Dante. L’avvio con un’intervista di Vergassola. "Ecco le mie idee"

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Sala Dante era gremita e fuori dal portone, lungo i marciapiedi, una lunga fila di persone in attesa di entrare e incontrare la candidata sindaca del centrosinistra Piera Sommovigo. Un approccio con la città che definire scoppiettante è dire poco visto che a intervistarla è stato un Dario Vergassola in splendida forma che ha dato la stura alle domande dicendo al pubblico che lui si trovava lì "Solo perché non sapevo chi era" rilevando la novità del sostegno a una donna, impegnata nella società civile, preparata e senza tessera in tasca. Ma a raccontare chi è Piera Sommovigo è la sua stessa storia fatta di professionalità, competenza e serietà che l’ha vista negli anni distinguersi in campo giuridico in diverse cause ambientali. L’ultima in ordine di tempo quella sul biodigestore.

E poi il via alle domande tra il serio e il faceto che hanno toccato alcuni punti nevralgici della città e del vivere. Come quella sul futuro dell’area Enel. Qui la Sommovigo non si è fatta trovare impreparata. "Prima di tutto quell’area va bonificata – ha spiegato la candidata sindaca – poi va messa sul mercato per un concorso di idee. Senza escludere anche i grandi investitori". E alla domanda successiva sulla sanità – Sono così ipocondriaco che la prima canna me la sono fatta davanti al pronto soccorso. Cosa intende fare per quelli come me?

"L’ospedale nuovo va fatto – risponde la Sommovigo – ma con diverse condizioni economiche perché non è possibile restituire 14,8 milioni all’anno al privato e avere una sanità efficiente". Esilarante la domanda di Vergassola sullo spazio di sgambatura dei cani nell’area dei bambini voluto dalla giunta Peracchini. "Non pensa di mettere la lettiera alla fine dello scivolo"?E giù risate e applausi a non finire. Poi dall’approccio informale Piera Sommovigo è passata a parlare alle oltre 250 persone presenti in sala spiegando in maniera succinta, e a tratti commossa quando ricordava i suoi incontri con i cittadini, del suo modo di intendere la città e la sua visione futura di Spezia.

"Quando mi hanno proposto di candidarmi – ha spiegato – c’è stato un tempo per la riflessione. Poi è arrivata la confusione, divido la mia vita tra tribunali e studi professionali, ma in quei momenti sono anche stata travolta dall’affetto di molti e quello è stato il tempo della gratitudine. Poi è arrivato il tempo dello scoramento per i primi attacchi personali e strumentali dove il mio impegno invece di essere riconosciuto veniva usato per definirmi persona contraria allo sviluppo. E oggi invece è il tempo dell’emozione".

E prosegue. "Gli ultimi 10 giorno di campagna elettorale sono quelli più emozionanti che io abbia mai vissuto. Ho sempre fatto parte della società civile e penso che questa sia l’occasione per fare qualcosa per la mia città. Ho ascoltato tanti cittadini, chiedono che i loro bisogni primari sia soddisfatti. E questo significa portare servizi sanitari nei quartieri e dare prestazioni in tempi rapidi. Poi c’è il diritto al lavoro. Non è giusto che i nostri ragazzi siano costretti ad andare in altre città per trovare un posto. Non possiamo aspettare un giorno di più". E poi tocca il problema della fragilità del territorio, del calo demografico: sono stati persi 2000 abitanti. E ancora l’importanza del polo Marconi, dell’incontro positivo avuto con il presidente dell’Autorità Portuale, della necessità di un rapporto proficuo con la Marina Militare e dell’importanza di avere un turismo che "non sia mordi e fuggi ma un turismo che si goda la città, i nostri musei e le bellezze naturali del territorio" compresa quell’isola Palmaria che pur essendo in altro comune è "certamente nostra".

Anna Maria Zebra