
I terrazzamenti dello storico Anfiteatro dei Giganti di Manarola, recentemente ripristinato col progetto Stonewallforlife
Altolà alle palificazioni per trasportare la fibra ottica nel borgo: linee aeree e pali piantati sui terrazzamenti non sono "compatibili" con il paesaggio agrario storico delle Cinque terre. Lo ha stabilito il Parco nazionale, nel pronunciarsi pochi giorni fa sull’istanza – presentata da una nota azienda italiana che opera nel mercato delle infrastrutture di rete – per l’installazione di oltre un chilometro di linea aerea per raggiungere il ripetitore sulla collina delle Tre Croci a Manarola. Un intervento piuttosto invasivo, proposto nell’ambito dell’implementazione delle infrastrutture connesse con l’avanzamento delle tecnologie di connessione a banda larga e l’espansione della fibra ottica (linea d’azione prevista e finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza; ndr), che però sarebbe risultato troppo invasivo, tanto da portare gli uffici del Parco nazionale delle Cinque terre a rigettare la proposta nell’ambito del procedimento amministrativo avviato dall’azienda presso il Comune di Riomaggiore. Il motivo è presto detto: quella lunga sequela di pali e cavi aerei, che avrebbe interessato in parte anche lo storico anfiteatro terrazzato di Manarola e la collina delle Tre Croci – dove ogni anno viene allestito e si celebra lo storico presepe luminoso inventato da Mario Andreoli – mal si concilierebbe con il patrimonio paesaggistico. Nel provvedimento di diniego emesso dal Parco nazionale delle Cinque terre, si spiega proprio che "la realizzazione di linee aeree con supporti verticali fuori terra" è ritenuto "non compatibile con i valori del paesaggio storico agrario delle Cinque terre", e di conseguenza in contrasto con le norme di tutela del Parco nazionale contenute nel decreto istitutivo firmato dal presidente della Repubblica nel 1999, che prevede la necessaria tutela e conservazione del paesaggio storico agrario. Un diniego, quello del Parco all’azienda (partecipata anche dal ministero delle Finanze), che però non chiude le porte all’avanzamento tecnologico di quel territorio. Negli incontri tra gli uffici e i tecnici dell’azienda che hanno preceduto il provvedimento, è emersa una soluzione alternativa, ovvero quella di spostare la linea più a monte, interrando i cavi della fibra ottica all’interno del cordolo realizzato a sostegno della recinzione comprensoriale anti cinghiali. Una soluzione che unirebbe valore paesaggistico e sviluppo tecnologico del territorio.
Matteo Marcello