
di Franco Antola
"Non tutti ne hanno consapevolezza, ma il fenomeno è in atto ormai da tempo: mafia e ‘ndrangheta si stanno infiltrando nell’economia ligure, senza risparmiare la provincia spezzina. Una diffusione quasi capillare nel sistema degli appalti, dell’edilizia, in comparti come il movimento terra ma anche nel settore turistico ricettivo, dove la grande criminalità si è inserita sfruttando la crisi di molte aziende indotta dalla pandemia".
Roberto Centi, 35 di insegnamento alle spalle, già vicepreside del liceo Pacinotti, oggi consigliere regionale della Lista Sansa, con un seggio in Comune nelle file della lista civica LeAli a Spezia, ne è convinto. Anche perché dal suo osservatorio di presidente della Commissione regionale antimafia ha raccolto corposi dossier, frutto delle audizioni durate un anno di numerosi interlocutori e realtà operanti sul territorio: dalle Prefetture alle Camere di commercio, dai sindacati alle associazioni di categoria. E poi i presidenti delle Autorità portuali, l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità, l’Abi e le varie associazioni impegnate nella promozione della cultura della legalità. Ne è emerso un quadro inquietante che impone, dice, di mettere in campo adeguate contromisure.
Come presidente della Commissione, lei cosa sta facendo?
"Audizioni a parte, sto per presentare una proposta di legge sui beni confiscati alla mafia. Il problema è che sono numerosi, ma l’iter per rimetterli a disposizione della collettività è complesso e nel frattempo molti vanno in malora e, se si tratta di aziende, chiudono. L’idea che abbiamo come lista, da condividere con la commissione, si basa su due linee: creare un fondo stabile per la ristrutturazione dei beni e uno strumento di programmazione che guardi alla quantità e alla qualità dei patrimoni, con un focus sulle effettive capacità dei comuni di muoversi e dar corso alla bonifica dei beni".
A un anno dall’elezione in Regione quali sono a suo giudizio i limiti di questa giunta?
"In termini generali, la discrasia fra quello che viene annunciato e quello che è realmente fatto, al di là dell’imponente macchina della comunicazione di cui la giunta dispone. Ci sono traguardi mai raggiunti, basti pensare al Felettino, un progetto ancora avvolto nelle nebbie, ma non solo. Per rimanere in trema sanitario, il processo di privatizzazione è in atto ovunque; e poi la carenza di strutture e personale, con un’Asl che ha il 30% in meno di addetti rispetto alle altre aziende. Anch’io ho sollecitato attenzione sul San Bartolomeo, ma la giunta continua a parlare di assunzioni, che però sono a tempo determinato e non risolvono i problemi. Siamo impegnati anche, come lista, per la salvaguardia della Pubblica assistenza, per la quale è stata trovata una soluzione, ma del tutto provvisoria".
E sulla centrale Enel?
"Sono coordinatore del gruppo di lavoro che ha proposto la risoluzione che dice no alla riconversione a gas votata a larghissima maggioranza. Stiamo aspettando che Toti recepisca con una delibera quello che è stato approvato in commissione".
In concreto, come minoranza cosa avete fatto finora?
"Abbiamo lavorato su molti fronti per sottrarre Spezia al suo ruolo subalterno, di area periferica. La regione oggi è sicuramente meno Genova-centrica. Personalmente posso ricordare la mia attività: due proposte di deliberazione su un totale di 38, 7 proposte di legge su 70, 61 interrogazioni su 370, 9 interrogazioni con risposta in aula su 63, 86 ordini del giorno su 448".
Per la scuola?
"Ci sono indirizzi di studio che stanno andando a morire, altri che dovrebbero essere avviati in base alle vocazioni dei territori e alla consistenza del patrimonio edilizio: sono impegnato in questo lavoro di sintesi".
Come opposizione pensate che la Regione sia tornata contendibile?
"Se si votasse oggi forse no, ma se riusciremo a lavorare in chiave unitaria la svolta è possibile".
E a Spezia?
"Stiamo lavorando a un progetto politico imperniato su noi, Pd, 5 Stelle e il resto dei partiti di centrosinistra. La componente civica ha fatto da collante, è ora di dire basta alle divisioni. Veti non ne poniamo, ma neanche li accettiamo. In Regione abbiamo sviluppato uno splendido rapporto con Natale, del Pd, e Ugolini, dei 5 Stelle. Non vedo perché non si possa riproporre questa formula anche a Spezia. Il candidato? Per noi deve essere una figura competente, fortemente radicata in città e con la capacità di parlare con tutti".