
Per anni è stato meta abituale di immersioni subacquee. Adagiato sul fondale a 40 metri di profondità, a due miglia dalla costa fra Campiglia e Riomaggiore, il relitto dell’Equa, ex mercantile armato dalla Regia Marina per la caccia ai sommergibili, ha regalato sempre grandi emozioni; questione di visione contingente e di pensieri indotti dalla sua storia antica, quella della beffa subita nel 1944: lo speronamento involontario da parte di nave-amica, battente bandiera tedesca. Ma non solo emozioni ha dispensato. Bensì anche insidie, anche se chi si è avvicinato ad esso non lo sapeva. Sì, per oltre 75 anni, un contenitore di acciaio, ha custodito un carico di proiettili per le due mitragliatrici di bordo. I contorni degli ordigni si sono materializzati il mese scorso davanti agli occhi degli operatori del Gruppo operativo subacquei della Marina Militare impegnati in un’esercitazione. La corrosione dell’involucro ha fatto la sua parte per svelare l’esistenza degli residuati bellici. Ed è così scattata la corsa per il recupero e il successivo brillamento in mare. Missione compiuta nei giorni scorsi. Il recupero con distruzione ha riguardato 42 proiettili da 7640 millimetri, per un totale di 18 chili di esplosivo, e 432 da 20 millimetro. All’opera il Reparto Pronto Impiego del GOS dal relitto di Nave Equa, La conclusione di questa attività, condotta attraverso 69 ore di attività subacquea, ha permesso di restituire ai subacquei ricreativi uno dei siti di immersione più interessante della Liguria. L’anno scorso, il 10 giugno, per il 75° anniversario dell’affondamento, sul relitto dell’Equa era stata posta una targa alla memoria nell’ambito di un’immersione organizzata organizzata dal diving Lorenzo Sub di Fiumaretta. Anche in quella occasione, gli ordigni occulti vennero sfiorati dai sub ignari della loro esistenza. Ora la notizia consolante della rimozione, per un futuro di immersioni in sicurezza attorno all’Equa. Il relitto che rappresenta un valore aggiunto dell’offerta turistica locale per la quale altri scafi radiati dalla Marina, e bonificati, potrebbero risolversi in opportunità, come prospettato dall’ammiraglio Francesco Chionna, dopo aver dismesso la divisa a conclusione del comando svolto a Comsubin.
C.R.