Il punto con i balneatori: "Abbiamo clienti che restano una generazione dopo l’altra. Ma calano quelli stagionali"

Resistono i proprietari di seconde case o chi ha aiuti grazie ai quali resta per tutta l’estate. La vacanza media ormai prevede soltanto una o al massimo due settimane in riva al mare. .

Il punto con i balneatori: "Abbiamo clienti che restano una generazione dopo l’altra. Ma calano quelli stagionali"

Il punto con i balneatori: "Abbiamo clienti che restano una generazione dopo l’altra. Ma calano quelli stagionali"

Ancora nascosto da questo aprile in cui la primavera non riesce ancora a sbocciare completamente, il desiderio di mare comincia lentamente a crescere. Nella nostra provincia spesso non è facile da raggiungere, calette da sogno e acque cristalline rimangono molte volte inaccessibili a chi non voglia prendersi la briga di affrontare faticose scarpinate lungo sentieri impervi. Tramonti, la Marossa, Punta Corvo e molte altre piccole e incantevoli insenature tra le rocce si conquistano al prezzo di una fatica che non tutti sono disposti ad affrontare. Le non molte spiagge che non sono aguzze di scogli e che hanno la sabbia al posto dei ciottoli offrono la vacanza ideale per una famiglia, e spesso gli ombrelloni si tramandano di generazione in generazione. "Abbiamo clienti – raccontano i balneatori – che abbiamo visto crescere. Veniva prima il nonno, poi il padre e ora abbiamo il nipote".

Anche se le abitudini cambiano e rispetto al passato molti sacrificano la lunga villeggiatura estiva, sempre più spesso rimpiazzata da uno o due viaggi spalmati nell’arco dell’anno, con la scelta di mete estere dal sapore più avventuroso. Non è più il tempo in cui le mogli, appena suonata l’ultima campanella, partivano con i figli nella località balneare prescelta per essere raggiunte dai mariti solo nei finesettimana. Un lungo soggiorno, spesso interrotto dalle canoniche due settimane in montagna – che si diceva servissero ai ragazzi per cambiare aria e crescere più forti e robusti – di cui ora rimane solo uno sbiadito ricordo. "Abbiamo ancora parecchi clienti che scelgono l’abbonamento stagionale - dicono i balneatori, preoccupatissimi dall’avvicinarsi dell’entrata in vigore della Bolkstein - ma in misura minore rispetto al passato. Resistono i proprietari di seconde cose o chi dispone di nonni o babysitter che possono accompagnare in spiaggia i figli per tutta l’estate".

La vacanza media si aggira intorno alla settimana, che salgono a due per più fortunati. Conquistarsi un posto al sole per sette giorni in alta stagione, ad esempio ad inizio luglio, comporta una spesa non trascurabile che varia comunque molto in base alla località e al tipo di stabilimento che si sceglie. Si va dai 390 euro del Bagno Tritone a Marinella (un ombrellone, due lettini, una sdraio, più l’uso di una cabina), ai 260 euro del Bagno Nettuno a Levanto (un ombrellone e due sdraio con la possibilità di aggiungere un lettino con un’aggiunta giornaliera di 15 euro) sino ai 1300 euro per l’intero mese (un ombrellone, due sdraio e una cabina) alla Baia Blu di Lerici. È spesso una spesa che viene preventivata ad inizio anno, e per cui la famiglia media durante l’inverno, come un’operosa formichina, mette da parte un piccolo gettone. Uno sforzo forse rimpianto quando ci si trova gomito a gomito con i lamenti dei bambini, le continue telefonate del finto manager e l’odore nauseabondo dell’abbronzante della signora vicina, tutte possibilità che vanno contemplate come possibili e non troppo piacevoli compagni di vacanza.

"Sicuramente in Liguria – concludono i balneatori – complice anche l’erosione, gli spazi sono più ristretti che da altre parti. Ma tra gli ombrelloni si sviluppa anche un clima di comunità, di famiglia allargata, che è bellissimo". Resistono riti antichi, come il gelato delle 4, che prende forme e nomi sempre più stravaganti, e anche la briscola e lo scopone, che riescono ad appassionare anche i giovani di tik tok. Tutti insieme, appassionatamente, sotto l’ombrellone. Magari attaccati al tablet, nella speranza che l’Italia di Spalletti combini qualcosa di buono agli europei.

Vimal Carlo Gabbiani